Gli italiani temono le prossime elezioni. Secondo il 46 per cento degli intervistati dall’Osservatorio europeo sulla sicurezza, il cui rapporto è stato presentato oggi a Milano, il voto di febbraio provocherà un terremoto nell’economia italiana “per il ritorno della politica e dei partiti”. Tanto che quasi quattro persone su dieci farebbero a meno di andare alle urne “pur di avere un leader forte che possa decidere su ogni cosa”. Una considerazione che abbraccia gli elettori in modo trasversale, con punte tra gli elettori dell’Udc (59 per cento) e Movimento 5 stelle (56 per cento). Ecco la grande novità del tema sicurezza per la politica: non è più strumentalizzabile. “Un uso ‘politico’ dell’insicurezza produrrebbe (quest’anno, ndr) effetti meno sicuri. Meno prevedibili”, scrive Ilvo Diamanti, direttore dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza. Sono finiti i tempi delle campagne elettorali antistranieri: la crisi, sottolinea il direttore dell’Osservatorio, ha avvicinato gli italiani agli “altri”.
Ma semmai la congiuntura economica e i comportanti della classe politica hanno allontanato i cittadini dai partiti. Per cui, a questa tornata elettorale, saranno i temi dell’antipolitica a conquistarsi il palcoscenico. La percezione delle differenze tra i partiti, ormai, è sempre più labile: il 75 per cento degli italiani infatti sostiene che sono tutti la stessa cosa. Corruzione e questione morale (questultima in aprile è stata rappresentata sui telegiornali più di quanto non sia successo per gli altri temi di politica) hanno dato il colpo di grazia definitivo alla credibilità della politica. Tanto che oggi, più che tranquillizzare, i politici generano ansia. Il 54 per cento degli italiani considera la corruzione in aumento rispetto agli anni di Tangentopoli, per il 91,6 per cento solo alcuni o nessuno è in grado di comandare, mentre gli interessati solo a soldi e potere sono tutti o la maggior parte per l’82,9 per cento degli intervistati.
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