Circa 7.000 morti e 200.000 feriti in un dieci anni: sono questi i tragici numeri dei pedoni vittime della strada in Italia. A presentare i dati è il Centro Antartide di Bologna, che dal 1992 agisce nel campo dell’educazione ambientale. E a preoccupare ancora di più Giampiero Mucciaccio, responsabile del Centro, sono i numeri riguardanti i pedoni investiti sulle “strisce bianche”: si parla di “uno su tre, e di questi la metà hanno più di 65 anni”. Perché, spiega, “le persone anziane sono meno reattive e di conseguenza sono quelle che subiscono con più frequenza” incidenti del genere. A Mucciaccio non piace utilizzare il termine “incidenti”, che “ha un’accezione di evento fortuito. Infatti, “è difficile evocare la casualità quando chi guida, magari distratto da una telefonata, investe un pedone che attraversa sulle strisce”. Ed è difficile “pensare alla sfortuna quando si incrocia un guidatore ubriaco o qualcuno che non rispetta i limiti di velocità”. Secondo i dati di Antartide, solo a Bologna sono 190 i pedoni deceduti dal 2001 al 2011, mentre in tutta la regione Emilia-Romagna i decessi sarebbero 775. Nel 2011 gli incidenti mortali nel capoluogo rappresentano più del 20% del totale in regione, mentre i feriti sfiorano il 30% del resto dell’Emilia-Romagna. Non va meglio ai pedoni lombardi (1.138 decessi in un decennio) né a quelli romani (1.076 decessi). Uno dei problemi, secondo Mucciaccio, è che “in Italia i limiti di velocità sono troppo alti”. Infatti, “è noto che un pedone investito a 30 chilometri orari ha il 50% di possibilità di sopravvivere, il 10% di possibilità se investito a 50 km/h, e oltre i 60 non ha speranze”.
Per questo, “le città europee più sensibili puntano sull’introduzione di limiti di velocità a 30 km/h per le automobili in città, provvedimento che timidamente si affaccia in Italia a partire da Saronno e da Reggio Emilia”. Osservando le tabelle, ci si accorge che negli ultimi anni il triste fenomeno è per fortuna leggermente in calo, tuttavia “stupisce che ci sia grande attenzione delle istituzioni circa la sicurezza in contrasto alla criminalità, e non ci sia la stessa attenzione riguardo la sicurezza in strada per i pedoni”, continua. Inoltre, “mi capita incredibilmente di vedere pedoni che ringraziano gli automobilisti se questi si fermano prima delle strisce per farli passare. E’ assurdo”. Per discutere del problema e per sensibilizzare la comunità, il Centro Antartide ha organizzato a Bologna il convegno “Muoversi a piedi: per una mobilità amica delle salute e dell’ambiente”, che si terrà l’1 febbraio a Bologna. L’incontro è promosso con la collaborazione dei sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, l’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna, Auser, Ada e Anteas. “Una tappa all’interno di un percorso più lungo e completo conclude Mucciaccio – che in primavera porterà alla campagna nazionale di sensibilizzazione ‘Siamo tutti pedoni’, sempre in sinergia con i sindacati”.
Giovanni Baiano
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