La crisi economica non ha gli stessi effetti su tutti, ma penalizza i più deboli. Diminuiscono le entrate di chi ha già meno; al Sud il calo dei redditi sfiora l’otto per cento. Emerge analizzando le cifre (base: dati 2012 Banca d’Italia) da diversi punti di vista, per reddito familiare, per professione, per zona geografica.
La differenza tra i redditi più alti e quelli più bassi non è nuova, ma è una tendenza che persiste: i più recenti dati Istat (gennaio 2013) mostrano un ulteriore peggioramento dei redditi delle famiglie, un crollo che oggi è arrivato al 10% da quando si è scatenata la crisi. Se i criteri di distribuzione del reddito non sono cambiati (e non c’è nulla che possa far pensare che lo siano), ciò comporta che la differenza tra redditi più alti e più bassi si sia ulteriormente allargata.
Del resto, l’Istat attesta che nel 2011 le famiglie a rischio di povertà o di esclusione sociale sono arrivate al 28% del totale, con un aumento di quasi il 4% nel giro di un solo anno. Peggio: le famiglie in stato di deprivazione economica grave sono quasi raddoppiate tra il 2010 e il 2011, oltrepassando l’11%. Sono dati duri da digerire, dei quali chi ha a cuore l’interesse del Paese – e soprattutto il suo futuro – dovrebbe tenere conto.
Risparmiare nelle spese di tutti i giorni, dalle bollette ai farmaci, dall’assicurazione al supermercato è un obbligo.
Crisi, cresce il divario tra poveri e ricchi. Scegliere per risparmiare
La crisi economica non ha gli stessi effetti su tutti, ma penalizza i più deboli. Diminuiscono le entrate di chi ha già meno; al Sud il calo dei redditi sfiora l’otto per cento. Emerge analizzando le cifre (base: dati 2012 Banca d’Italia) da diversi punti di vista, per reddito familiare, per professione, per zona geografica. […]
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