La solidarietà, lo abbiamo ribadito a chiare note più volte, è quel sentimento vivo in ognuno di noi che permette di mettersi in gioco per sostenere, aiutare e difendere coloro che versano in condizioni di precarietà. Essa deve prescindere da quelli che sono i riferimenti ideologici, il colore della pelle le discriminazioni di carattere religioso. Quando una persona o una Comunità si trova in difficoltà va aiutata. Punto. Partendo da questa convinzione comune salutiamo con gioia e soddisfazione l’esercito infinito di volontari che si spendono quotidianamente per portare sollievo, talvolta con un sorriso ed una parola buona, a gente sofferente e combatte in silenzio contro il nemico invisibile dell’indifferenza. Loro sono la parte migliore del mondo, gli angeli invisibili, degni della massima considerazione, ammirazione e vanno presi come esempi. Uno per tutti la famiglia vicentina di Igino Brian, fondatore di “Ida Onlus” un’associazione che si occupa di assistenza alle famiglie cambogiane in difficoltà nell’immediata periferia di Phnom Penh e sostiene la condizione minorile attraverso la difesa dell’istruzione, la valorizzazione e lo sviluppo comunitario. Egli recentemente – con l’aiuto ed il sostegno di tanta gente compresi i lettori di questa testata giornalistica che ringrazio ancora una volta per aver pubblicato un mio articolo del 30 novembre scorso, in cui si chiedeva aiuto per un piccolo che a causa di una malformazione all’apparato uro genitale rischiava la vita ed il suo quotidiano era gravemente compromesso – si è adoperato per risolvere il grave problema di salute di un bambino che, grazie al suo impegno ed alla generosità di tanti nostri concittadini, è tornato a sorridere alla normalità ed alla spensieratezza della sua giovane esistenza. Il piccolo è arrivato in a Vicenza con sua madre, portato in ospedale e, dopo le analisi cliniche del caso, operato con successo dal dott. Sergio D’Agostino. L’intervento è riuscito brillantemente e tutti siamo felici e contenti.
Conobbi Igino Brian, benefattore dell’umanità, una sera a Roma nell’Associazione “ La Via del Fare” dove i due suoi fondatori – Gianfranco Gasparutto e Daniela Cioccolo – avevano organizzata una serata di beneficenza per il nobile fine. Rimasi davvero sbalordito dalla forza d’animo di Igino che ad una mia precisa domanda su cosa era sostenuto in quest’opera di immenso valore umano rispose: “Dalla fede, in quanto se sono riuscito a fare tutto ciò è perche ad un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di costruire qualcosa di veramente utile per gli altri”. Di seguito il saluto il saluto ed il ringraziamento di Igino dopo il ritorno in Cambogia, con il piccolo Davit e sua madre.
( www.idaonlus.org e info@idaonlus.org)
Nando Giammarini
Phnom Penh, 4 febbraio 2013
Buona giornata a tutti,
rientrato in Cambogia “dall’avventura David” e dopo aver affrontato tre giorni di festa per il matrimonio di uno dei ragazzi che lavorano con me, dedico a voi il primo momento libero che riesco a ritagliarmi per ringraziarvi per esserci stati vicini (a David, mamma Polà e a me) con il pensiero, la preghiera, l’incoraggiamento e non da ultimo con l’azione.
Grazie a chi ha pagato i biglietti aerei, grazie a chi ha offerto l’ospedale, grazie al dott. Sergio D’Agostino che ha effettuato l’intervento, grazie a tutti quelli che ci hanno ospitato e ancora grazie a chi ha dato quanto ha potuto e creduto. David sta bene, è un altro bambino, si vede che sta decisamente meglio senza quel senso di sofferenza con il quale conviveva prima dell’intervento. La vostra generosità anche tramite eventi e mercatini organizzati in Italia, ci ha permesso di raccogliere più di quanto auspicato.
Nulla andrà perduto, c’è ancora tanto da fare, prima di tutto riuscire a portare i medici dell’ospedale di Vicenza a Phom Penh ad insegnare ai medici cambogiani come eseguire questi interventi.
Stiamo lavorando affinchè tanti bambini possano avere un futuro diverso come lo é ora per Davit. Ma i progetti non finiscono qui.
Sto cercando di acquistare un terreno e poi il materiale che serve per costruire un laboratorio, (ora siamo in affitto, con costi ormai troppo alti) ma sopratutto una casa più grande dove poter ospitare più bambini in serie difficoltà, giovani ragazzi, più madri con i loro figli ed anche.
Dare a queste ultime un lavoro significa anche garantire di tenersi i figli senza timore che qualcuno li tolga loro per poi non riuscire più ad averne notizie.
Altro progetto è trasformare la Scuola-laboratorio in una cooperativa dei ragazzi stessi (impresa difficile far comprendere loro la cosa).
Mi piacerebbe proprio tanto che potessero diventare autonomi, capaci con il loro lavoro di mantenersi e di mantenere i bambini della casa-famiglia.
Grazie a voi tutti un po’ alla volta tutto questo sarà possibile.
Vi abbraccio tutti con calore
Igino Brian
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