L’impegno di Meter onlus a servizio dell’infanzia è stato nel corso di tutto il 2012 costante ed efficace, ma restano ancora forti emergenze da risolvere, in particolare i bambini minori di 13 anni che all’insaputa dei genitori aprono un profilo Facebook, nuova frontiera del rischio per i minori. E i numeri parlano: oltre 100.000 siti pedofili e pedopornografici negli ultimi dieci anni. Una diminuzione rispetto al 2011: si è passati da 20.390 a 15.946 nel “web visibile”. Aumenta invece in modo sconcertante e incontrollabile la presenza della produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e di abusi sui bambini: nel “deep web”, sono 56.357 quelli monitorati in un solo anno. Crescono i social network, con 1.274 segnalazioni rispetto alle 1.087 del 2011. I casi seguiti al Centro di Ascolto e accoglienza sono stati 61 rispetto ai 28 dello scorso anno (dal 2002 al 2012 sono stati in totale 951). Le consulenze telefoniche 839. Nella prevenzione sono state incontrate 18.600 persone tra cui 8190 studenti. Nell’ambito della prevenzione nella Chiesa sono state coinvolte 13 diocesi. Sono questi i primi dati del Report 2012, che l’Associazione Meter presenterà il 19 febbraio alle 11.00 a Roma, presso la sala Marconi di Radio Vaticana.
Sconcertante e incontrollabile il “deep web”, con 56.357 siti monitorati e segnalati. Questa parte nascosta del web è diventata il luogo ideale di coloro che delinquono da tutto il mondo. Un mondo nascosto vasto circa 550 volte rispetto al web visibile (i file emersi sono circa 2 miliardi, quelli sommersi 550 miliardi). Una zona franca “free zone” utilizzata dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato e che le Polizie del mondo, ma anche le agenzie educative e di prevenzione faticano a controllare, anche da parte dei minori.
Da uno studio effettuato nel mese di novembre 2012, nelle scuole primarie di Avola (SR) su 770 studenti, emerge che il 99% dei bambini (9/10 anni) ha un profilo su Facebook, aperto dopo aver falsato età e identità. E’ impressionante come bambini così piccoli abbiano la libertà – senza alcun controllo genitoriale, se non marginale – di utilizzare i social network, che vengono percepiti più come un gioco che non come un potente mezzo di comunicazione. Grave e allarmante l’adescamento (grooming) e il ricatto legato a questa tecnica usata da molti pedofili attraverso l’uso delle nuove tecnologie e conquistare la loro fiducia fino ad arrivare a chiedere un incontro vis a vis. Il primo caso, con la denuncia del soggetto – dopo la ratifica della Convenzione di Lanzarote – in Italia è stato denunciato da Meter per aver adescato un bambino di 11 anni.
Per don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore Meter: “I numeri non ci devono ingannare, esprimono la realtà degli abusi sui bambini che oggi più di ieri non può essere considerata marginale, ma una vera e propria emergenza globale. Fino a quando ci sarà qualcuno che abusa di un bambino la società, la Chiesa, e anche tutte le altre realtà religiose e non, devono impegnarsi in una rete comune affinché il volto dell’uomo rispetti i piccoli e i deboli”.
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