Ricominciare dopo il terremoto è stato difficile per tutti, specialmente per le società sportive. Gli impianti dedicati allo sport sono stati utilizzati per edificare tendopoli, per stoccare i materiali da distribuire, e come centri operativi. Ogni sport ne ha risentito, tra questi anche la pallacanestro. Per anni i cestisti aquilani, prima che arrivasse il parco Unicef di via Strinella, hanno fatto rimbalzare la palla a spicchi sull’asfalto di Piazza d’Armi: tre canestri sempre affollati di ragazzi e ragazze di ogni età. Durante il periodo tendopoli sull’asfalto dei campetti di Piazza d’Armi sorgevano le tende direzionali della protezione civile; ad oggi tutto il complesso sportivo è in fase di ristrutturazione, compresa l’unica palestra esclusivamente dedicata al basket in città. (Prima che arrivasse il Pala Angeli).Per poter praticare questo sport le società aquilane si sono appoggiate a strutture promiscue, a scuole medie o palestre polifunzionali. In queste palestre gli appassionati del Basket vanno a sudare sette camicie, o sette canotte se preferite. Si corre sopra e sotto su di un pavimento che spesso lascia all’immaginazione. Tutti fanno tutto: il presidente fascia i piedi dei giocatori prima dell’ingresso in campo, il giocatore di prima squadra allena una formazione giovanile. La passione unisce tutti, tiene legata la squadra e spinge i giocatori a migliorare. In comune con l’alto livello resta l’obiettivo: quello di infilare quel pallone così pesante in un anello di metallo più volte degli avversari.
In questa puntata di Plurivitamina, un programma in onda ogni martedì su tiKotv, protagonista è” Una Palla a Spicchi”, la storia di alcuni cestisti, aquilani e non, che vivono la propria passione per il basket quotidianamente. Nonostante tutto.
Fabio Zenadocchio
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