Roma. La terza giornata del Sei Nazioni di Rugby vede l’Italia contrapposta al Galles. Diverse le novità in formazione per gli azzurri, a cominciare dall’assenza del capitano, Sergio Parisse, squalificato fino alla fine del torneo a causa di un’offesa che avrebbe rivolto ad un arbitro durante una partita di campionato nel suo club, in Francia. A guidare la squadra in campo il pilone italo argentino Martin Castrogiovanni. Brunel mette Vosawai per rimpiazzare Parise, cambia mediana affidandosi al duo Gori-Burton (dopo la pessima prestazione di Orquera in Scozia) e butta in mischia Pavanello.
La Partita
Sotto la pioggia battente dell’Olimpico è il Galles a spingere nei primi minuti di gioco, realizzando un piazzato con l’estremo Halfpenny, al quale risponde subito Burton.
Italia sporca e fallosa, non tiene la mischia gallese e al 16′ regala una punizione al Galles, il solito Halfpenny realizza: 3-6.
Il Galles ci prende gusto e decide di giocare in mischia un calcio di punizione indiretto: Castrogiovanni stappa la mischia e il Galles guadagna un altro calcio di punizione, questa volta dai dieci metri nella metà campo azzurra: tre su tre per Halfpenny. Al ’19 il puntegio è sul 3-9.
Al 24′ Burton sbaglia un calcio di punizione, non riuscendo a guadagnare la touches: poco male, perché un avanti gallese ci regala una mischia a cinque metri. Vosawai riparte palla in mano correndo da solo e di lato, ma l’Italia mantiene il possesso e guadagna metri in terza fase. L’attacco azzurro ristagna e Burton chiama palla per un drop: la palla finisce a lato e il 10 azzurro rimedia un placcaggio in ritardo. La pioggia su Roma non accenna a diminuire, la partita ne risente. Adesso è il Galles a subire in mischia e a concedere falli agli azzurri. Burton ne approfitta e realizza il 6-9.
al 30′ un accenno di spettacolo Biggar e Curthbert scambiano a centrocampo, e l’ala gallese tenta la fuga: Canale lo atterra con una francesina
Al 34′ Halfpenny dimostra di essere umano, e sbaglia un calcio non proprio impossibile.
La prima frazione di gara terima sul 6-9 per gli ospiti, le squadre ancora non esprimono il loro potenziale.
Nel secondo tempo l’Italia preme subito sull’acceleratore, i trequarti azzurri smancciano un pallone a terra e non riescono a realizzare la meta. Burton ci riprova con il drop, ma fallisce. Quando meno te lo aspetti arriva la meta dei dragoni: al 4′ pasticcio Botes-Gori nei ventidue e meta di Davies, trasformata da Halfpenny tra gli imbarazzanti fischi di un pubblico non proprio educato: 6-16.
Ottimo calcio di spostamento di Andrea Masi, che sposta il gioco nei 22 avversari, touches per il Galles, che non trattiene il pallone e la ributta fuori. L’Italia c’è. Bella presa in rimessa laterale di Pavanello, l’Italia spinge e guadagna una punizione, capitan Castrogiovanni decide per i pali, Burton si riscatta da doppio errore in drop e mette il 3 su 3 dalla piazzola: 9-16.
Ancora problemi in mischia per l’Italia, che non regge l’ingaggio e regala all’estremo dei rossi un’altra opportunità dalla piazzola: 9-19, gallesi di nuovo oltre il break.
Tre sostituzioni per Brunel: fuori Lo Cicero, Ghiraldini e Minto, dentro Giazzon, De Marchi e Geldenhuys.
Al 58′ ammonito Castrogiovanni.
Galles superiore in questa frazione di gioco, al 60′ Cuthbert buca una colpevolissima difesa azzurra e realizza la seconda meta dell’incontro. Halfpenny, manco a dirlo, trasforma. 9-26 per gli ospiti.
Italia senza idee, Galles che controlla il risultato, la partita sembra irrecuperabile al 70′.
Il punteggio non si muove di una virgola negli ultimi 10 minuti, il Galles mantiene intatto il suo vantaggio, e l’Italia annaspa tra errori e orrori.
Pessima partita quella degli Azzurri, che oggi contro il Galles e due settimane fa contro la Scozia sono regrediti di qualche anno, dimenticando tutti i progressi dei test match autunnali e lasciando a casa la grinta mostrata contro la Francia. I Dragoni non hanno mostrato un gioco migliore degli Azzurri, ma sono stati in grado di controllare la partita mettendo in difficoltà l’Italia su quello che, storicamente è il suo punto di forza: la mischia.
Fabio Zenadocchio
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