Prende avvio a partire da giovedì 28 febbraio 2013 alle ore 21,00 con replica alle 23,00 su tikotv (www.tikotv.it) il programma “Non uno di meno”.
“Non uno di meno” significa che nessuno è escluso. Nè immigrati o clandestini, nè rifugiati, nè rom, i moderni ebrei, nè disabili, nè malati, nè detenuti. Nessuno deve essere costretto a sentirsi di meno in questa società che produce esclusione, invece di inclusione.
Si fanno categorie, si divide la società in buoni e cattivi, in degni o indegni di vivere, invece questo programma “Non uno di meno” vuole partire dalle categorie per abolirle, cancellare gli stereotipi, i luoghi comuni e i pregiudizi verso coloro che alla vista e all’udito danno fastidio, disturbano l’uomo comune. Il disturbo è un chiaro segno della difficoltà di accettare la diversità e riconoscere qualcosa dell’altro in sè stessi.
“Non uno di meno” è l’informazione che vuole ricordare al mondo della comunicazione che non sono i rumeni, gli albanesi o altri gruppi identificati per la loro nazionalità a commettere un reato, ma è la persona singola che lo fa. “Non uno di meno vuole invitare il mondo dell’informazione a non mettere in prima pagina l’immigrato o il rom, bersaglio facile di ogni colpa sociale, l’ultimo della società, solo perché non si può difendere, ma a fare informazione non razzista, che non divida la società per razze o appartenenze, ma cerchi di creare una società che comprenda i fenomeni sociali e non li condanni a prescindere.
L’immigrazione è uno dei temi centrali di questo programma, perché riconoscere che l’immigrato non è un cittadino di serie B significa riconoscere che alla base della nostra esistenza quotidiana c’è il valore dell’umanità, senza categorie o marchi distintivi. Quella che nella nostra società è diventata “carne da macello” non può essere ancora considerata tale nel paese che fa del cristianesimo, e quindi dell’accoglienza dell’altro, il suo marchio distintivo, non lo può fare perché non saremmo una democrazia se tutelassimo solo le maggioranze. E’ la tutela della minoranze che contraddistingue una società democratica.
“Non uno di meno” parlerà anche di disabilità, di tutti coloro che solitamente vengono riconosciuti solo a parole con l’espressione politically correct di “diversamente abili”, ma che poi vengono emarginati in una società che non pensa alle loro esigenze e che non li riconosce come portatori di uguali diritti.
“Non uno di meno” è un grido d’allarme rivolto alla cittadinanza e al mondo dell’informazione ad avere coscienza di temi e quindi di persone di cui nessuno si cura. La nostra web tv invece vuole dare voce proprio a loro. Come i detenuti, quelli che vengono considerati i rifiuti della società, coloro che per aver commesso un reato oggi in Italia non scontano il reato, ma pagano con la vita, con una pena di morte che pur non essendo prevista dal nostro ordinamento giuridico, lo è poi nella volontà collettiva che desidera la morte degli indesiderati, e nell’azione dello Stato italiano condannato per il sovraffollamento delle carceri e il trattamento disumano dei concittadini detenuti.
La prima puntata di “Non uno di meno” è dedicata ai malati mentali, gli ultimi degli ultimi, perché oltre ad essere emarginati spesso non ne hanno coscienza o la coscienza l’hanno persa entrando nei luoghi di detenzione e pazzia che sono stati i manicomi. Le loro voci non sono mai state ascoltate da nessuno. In questa puntata sono loro i protagonisti, per la prima volta si raccontano, loro a cui la società per anni non ha chiesto altro che di non disturbare. Un sentito ringraziamento va all’Associazione 180 amici che da anni da voce e aiuto ai malati di salute mentale. Buona Visione.
Lisa D’Ignazio
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