Inizierà domani 1 marzo il processo a sei imputati per i fatti relativi alla manifestazione delle carriole del 28 marzo 2010, domenica delle Palme e di elezioni provinciali nella quale cittadine e cittadini, giovani, famiglie e anziani invasero L’Aquila “armati” di carriole per rimuovere le macerie del centro storico.
L’accusa iniziale che mosse quel ridicolo sequestro (ricordiamo tutti il verbale di “carriola in pessimo stato di conservazione”) di “violazione del silenzio elettorale”, formulata dall’allora prefetto Gabrielli, ovviamente si è rivelata una bufala infondata. L’accusa della Procura per i sei imputati è invece quella di manifestazione non autorizzata. Come se tutte le altre “domeniche delle carriole” invece fossero state autorizzate. Ricordiamo bene quante volte abbiamo dovuto forzare il blocco della polizia, voluto dal Sindaco Cialente e da Franco Gabrielli, che hanno cercato così di impedirci di rimuovere le macerie.
La cosa grave è che mentre la Procura chiede il processo contro le carriole (ovvero contro quelli che hanno cercato di liberare il centro dalla macerie), il centro stesso a quasi quattro anni dal sisma è ancora chiuso, devastato, derubato, abbandonato a se stesso. Non esiste pianificazione, e neanche un’idea della città che sarà.
Con questa accusa (l’ultima di una lunga serie), ci sembra quasi che si voglia processare la speranza di quelli che volevano solo esercitare il diritto di partecipare alla ricostruzione del proprio territorio, della propria vita, del proprio futuro.
Questo non fermerà di certo la nostra battaglia per una ricostruzione giusta. Ci chiediamo come sia possibile che, tra le infiltrazioni delle cricche negli appalti per la ricostruzione, i cantieri dove molto spesso la sicurezza sul lavoro è un optional, lo spreco e la assoluta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, la giustizia italiana non abbia di meglio da fare che portare avanti processi contro le carriole, CaseMatte, le manifestazioni a L’Aquila e a Roma, spendendo immotivatamente così tanto denaro pubblico.
In ogni caso, questa accusa non ci spaventa, possiamo dimostrare che nessun reato è stato commesso e che le carriole meritano solo un ringraziamento e non una condanna penale.
La città deve tenersi strette e difendere tutte quelle giornate di dignità, rabbia e riappropriazione che in ogni modo hanno tentato di non fare andare le cose come purtroppo sono poi andate, tra prefetti che ridono e macerie che sono ancora abbandonate nel centro storico non ricostruito.
Ci vediamo domattina, a partire dalle ore 9, presso il Tribunale di Bazzano (L’Aquila). Con la schiena dritta e determinati come sempre.
L’Aquila: al via domani il processo alle carriole
Inizierà domani 1 marzo il processo a sei imputati per i fatti relativi alla manifestazione delle carriole del 28 marzo 2010, domenica delle Palme e di elezioni provinciali nella quale cittadine e cittadini, giovani, famiglie e anziani invasero L’Aquila “armati” di carriole per rimuovere le macerie del centro storico. L’accusa iniziale che mosse quel ridicolo […]
Lascia un commento