Nuovo centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare del Fatebenefratelli

Ci sarà posto per venti persone nel nuovo centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare del Fatebenefratelli, che verrà inaugurato domani a Cernusco sul Naviglio (Mi). I pazienti della struttura, la terza di questo tipo in Lombardia, verranno seguiti da un’équipe multidisciplinare con educatori presenti 24 ore su 24. “La comunità si occuperà […]

Ci sarà posto per venti persone nel nuovo centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare del Fatebenefratelli, che verrà inaugurato domani a Cernusco sul Naviglio (Mi). I pazienti della struttura, la terza di questo tipo in Lombardia, verranno seguiti da un’équipe multidisciplinare con educatori presenti 24 ore su 24. “La comunità si occuperà dei disturbi del comportamento alimentare, con la presenza di operatori specializzati 24 ore al giorno, con progetti a medio e lungo termine dai 18 ai 24 mesi”, dice Gian Marco Giobbio, direttore del Centro Sant’Ambrogio, il complesso più ampio in cui la nuova struttura si inserisce, che da circa un secolo si occupa di psichiatria. “In Lombardia, le strutture analoghe sono soltanto un paio, tanto che le persone devono spostarsi in altre regioni -prosegue Giobbio-. Di solito in questi casi si interviene in ambito ambulatoriale o ospedaliero: in questo caso c’è un intervento riabilitativo con un percorso di durata sufficiente ad introdurre elementi di cambiamento”.

“Il centro è composto da due sezioni: una propriamente residenziale -10 posti letto convenzionati con il Servizio sanitario nazionale- alla quale si accede su indicazione dello specialista e passaggio attraverso l’Asl. Accanto, ci sono altri 10 posti di centro diurno, in cui gli ospiti arrivano la mattina svolgono il loro programma quotidiano e nel tardo pomeriggio tornano a casa. Due polmoni estremamente connessi tra loro: il centro diurno è la fase terminale del percorso residenziale e si trovano in un contesto più vicino alla vita normale”, spiega il medico. All’interno del centro, si lavorerà con un modello multidimensionale, tanto sugli aspetti psichiatrici e psicologici quanto su quelli di tipo fisico e nutrizionale. “Le persone saranno seguite da un’équipe multiprofessionale, con medici psichiatri, sociologi, nutrizionisti, infermieri ed educatori, presenti sulle 24 ore, in collaborazione con la fondazione Maria Bianca Corno, che si occupa di questi temi dalla fine degli anni Novanta (fondazionemariabiancacorno.org)”.

“Gli indirizzi di intervento su sui lavoreremo sono tre – spiega Giobbo -: uno di tipo cognitivo-comportamentale, che cerca di modificare la percezione alterata che queste persone hanno dell’immagine corporea; poi c’è un approccio di tipo psicodinamico, in cui l’assunto base è che il comportamento alimentare è legato anche alle esperienze di vita (traumi, stress, ambiente e contesto in cui la persona è cresciuta: dobbiamo rendere il soggetto più consapevole della natura del disturbo). Il terzo indirizzo è più medico-biologico e pertanto è necessario intervenire su alcuni fattori alterati come amenorrea, diete, esercizio fisico prolungato, lassativi e diuretici assunti per dimagrire”. Dal punto di vista operativo, poi, c’è una prima fase di accoglienza in cui si motiva il paziente ad abbracciare il programma e una fase di destrutturazione in cui si cerca di demolire il pensiero disfunzionale. “C’è quindi una di fase trattamento sulla corporeità in cui il compito è quello di modificare il funzionamento del soggetto e, infine, quella di riabilitazione e di intervento sulle famiglie in cui ci si avvicina via via all’ambiente esterno con attenzione anche agli aspetti risocializzanti, volti non solo ad occupare il tempo dei pazienti ma anche a migliorare alcune loro competenze, con gruppi di tipo espressivo, cognitivo e psicoterapeutico”.

Per i disturbi del comportamento alimentare, il periodo a rischio è tipicamente quello dell’adolescenza: “Nelle forme più gravi, l’anoressia ha una frequenza dello 0,5-1% tra le ragazze e la bulimia del 3,5% – spiega Giobbio -; ma nelle forme subcliniche, in cui non sono presenti tutti i sintomi, queste patologie colpiscono il 20-30% della popolazione in questa fascia d’età. In questa prima fase prenderemo ragazzi sopra i 18 anni, pur rendendoci conto che c’è un bisogno forte che nasce da soggetti ancora più giovani. La prevalenza è femminile, ma sono noti e sempre più frequenti i soggetti di sesso maschile: un anoressico su 10 è maschio e per la bulimia la frequenza è ancora superiore”. Il centro ha già una lista d’attesa con le strutture ambulatoriali della Regione Lombardia: “Non facciamo inserimenti diretti -conclude il medico-, ma ci inferfacciamo con gli specialisti che già seguono i ragazzi”. In ogni caso, si possono chiedere informazioni e consulenze telefonando al numero 02.92416.421 o scrivendo una mail all’indirizzo dca@fatebenefratelli.it. (ar)

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