Festa delle donne: per un 8 marzo di solidarietà???

Diciamoci la verità: anno dopo anno diventa sempre più difficile trovare stimoli forti e motivazioni valide per parlare della Festa della Donna. Eccoci qui, di nuovo in occasione dell’8 Marzo a parlar di quanto siano in gamba le Donne, di quanto sia importante il loro ruolo nella Società, ”Regine della casa”, Intelligenti e Stoiche sempre […]

Diciamoci la verità: anno dopo anno diventa sempre più difficile trovare stimoli forti e motivazioni valide per parlare della Festa della Donna.
Eccoci qui, di nuovo in occasione dell’8 Marzo a parlar di quanto siano in gamba le Donne, di quanto sia importante il loro ruolo nella Società, ”Regine della casa”, Intelligenti e Stoiche sempre pronte a sopportare tutto per il Bene e l’Armonia domestica. Eppure, dati alla mano,non ci sembra che la loro posizione sia mutata radicalmente nel corso degli ultimi anni. Molte sono “sfruttate” e costrette a lavorare in nero. In Europa ci sono oggi più di 500 mila ”schiave”, avviate alla prostituzione da bande criminali e solo in Italia esse sono 50 mila, un terzo delle quali minorenni. Un bollettino di guerra, cifre che dovrebbero farci vergognare e renderci promotori di una Coscienza Nuova, perché questo turpe mercato abbia termine ed il Parlamento si affretti ad approvare le misure contro il traffico di Esseri Umani. Vi è ancora la preoccupazione per il problema della disoccupazione femminile e l’altro della difficile conciliazione tra il Lavoro e Famiglia. Il 75% delle Donne, tra Professione e Famiglia è impegnato più di 60 ore alla settimana, contro il 15% degli Uomini. Sarà per questo motivo, a causa di questa duplice veste, che ancora oggi, sono poche, troppo poche, quelle che riescono ad emergere nelle Amministrazioni ed è un vero peccato. Pari Opportunità? Modifica dell’art.51 della Costituzione come proposto, a suo tempo, dall’ex Ministro Prestigiacomo? Forse ancora e’ un’utopia anche se si continua a parlarne a tutti i livelli. In realtà si potrà disquisire su questo argomento solo quando, anche nell’ambito del focolare domestico, si riuscirà ad avere una paritaria distribuzione dei compiti,oppure,in caso contrario, le Donne continueranno ad essere penalizzate. Parliamoci chiaro, è difficile conciliare la lista della spesa e l’influenza del bimbo con questioni di Politica o di Economia. Insomma, povere Donne in questo mondo ancora al maschile!!! La Festa delle Donna si è ormai colorata di un giallo man mano più spento. Anche la mimosa ha perso il suo profumo come,d’altronde, ha perso il movimento femminista, ormai finito, morto e sepolto sotto l’avanzare del progresso e dell’indifferenza. È giusto così, tutto cambia, le Società si evolvono e si trasformano e, allora, certe battaglie, una volta importanti, non servono più. Questa Festa, per tutte le motivazioni citate, non ha più ragione di esistere. Non per quello che simboleggia, una sacrosanta richiesta di Rispetto e Uguaglianza, ma per ciò che oggi significa. Il nulla, il vuoto dei Valori, una cena con le amiche, una “carnevalata” in discoteca. La rivendicazione di che? Quando in tutto il Mondo stentano a cadere i “ burqua”, a cessare vessazioni fisiche e morali e per milioni di Donne non esiste la Libertà. Nemmeno di Pensiero. Cosa festeggiare? “No, io e la mia generazione troveremo una via d’uscita. Vi piaccia o no stringeremo dei patti e lotteremo per tutto ciò che soddisfi i nostri bisogni. Siamo convinte di avere dei diritti naturali ad una compagnia ed ad un intimità di cui sentiamo il bisogno istintivo, siamo convinte che questo sforzo di lottare e di sostituire la tradizione, con quello che secondo noi è un buon senso, farà più bene che male”.
Così, a torto o a ragione, ci rispondeva Nicoletta quando la interrogavamo sulla Festa dell’8 Marzo, nonostante il Figlio le dicesse che questa istituzione altro non è che l’autorizzazione a sfogare, in un solo giorno, tutte le repressioni e le vessazioni. E,quindi, solo quando non ci sarà più il contentino,SPERIAMO AL PIU’ PRESTO, l’altra Metà del Cielo potrà costruirsi davvero la propria Storia in barba alle mimose giallo-spento e alle feste vacue.

Sandro Valletta

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