La prima omelia di papa Francesco, pronunciata nella cappella Sistina presiedendo la Messa alla presenza di tutti i cardinali elettori, è tutta incentrata sull’autenticità della testimonianza cristiana. Rompendo anche protocolli e usanze: non ha voluto pronunciare un testo scritto, né in latino, ma ha parlato a braccio commentando brevemente, ma in modo lapidario e incisivo, le letture bibliche proclamate. Con un passaggio conclusivo fulminante: “Quando camminiamo senza la croce, edifichiamo senza la croce, confessiamo un Cristo senza croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani. Siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore. Io vorrei che tutti noi, dopo questi giorni di grazia, avessimo il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore. Il coraggio di edificare la Chiesa sul sangue del Signore versato sulla croce e di confessare l’unica gloria, che è Cristo crocifisso: così la Chiesa andrà avanti”.
“Auguro a tutti noi che lo Spirito Santo ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo crocifisso”, ha concluso Jorge Mario Bergoglio, il papa gesuita e argentino neo-eletto. Con un tono pacato, ma con piglio deciso, ha insistito su tre verbi di “movimento” emersi dalle letture bibliche: “Camminare, edificare/costruire la Chiesa, confessare”. Sul primo verbo, ha precisato: “La nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo qualcosa non va. Camminare sempre alla presenza del Signore, alla sua luce, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo”.
In secondo luogo, papa Bergoglio ha invitato a “edificare la Chiesa non con pietre – che pure hanno la loro consistenza –, ma pietre vive, unte con lo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è Cristo Signore”. Infine, “confessare. Possiamo camminare, edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo qualcosa non va: diventeremo una ong assistenziale, ma non la Chiesa del Signore. Quando non si cammina nel Signore, succede come ai bambini che edificano i castelli sulla sabbia: crollano, sono senza consistenza”. Ha poi citato una frase di Léon Bloy: “Quando non si confessa Cristo, si confessa la mondanità del demonio”.
Un percorso “non facile”, ha rilevato il pontefice: “Nel camminare, nel costruire, nel confessare a volte ci sono scosse, movimenti che non sono propri del cammino, ma che ci tirano indietro. Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale: lo stesso Pietro, che ha confessato Gesù Cristo e gli promette di seguirlo, gli dice di non parlare di croce. ‘Ti seguo con altre possibilità, senza la croce’”. Una opzione che per i credenti in Cristo non è davvero prevista.
Purtroppo è la libertà non il dolore lo scandalo dell’Universo!