Crisi: 200 mila senza lavoro in Piemonte

Crisi aziendali che progrediscono verso la chiusura, mancanza di liquidità, un buco nel bilancio comunale da oltre 100 milioni di euro. La provincia di Alessandria, secondo il segretario provinciale Cgil Silvana Tiberti, andrebbe verso il tracollo (vedi lancio precedente) Ma la situazione nell’Alessandrino si inserisce nel più ampio, e ugualmente drammatico, quadro occupazionale del Piemonte. […]

Crisi aziendali che progrediscono verso la chiusura, mancanza di liquidità, un buco nel bilancio comunale da oltre 100 milioni di euro. La provincia di Alessandria, secondo il segretario provinciale Cgil Silvana Tiberti, andrebbe verso il tracollo (vedi lancio precedente)
Ma la situazione nell’Alessandrino si inserisce nel più ampio, e ugualmente drammatico, quadro occupazionale del Piemonte. Dove, ai 40 mila nuovi disoccupati registrati nell’ultimo anno, se ne sommano altri 75 mila che nello stesso arco di tempo hanno perso il lavoro. A rilevarlo sono gli ultimi dati Istat, analizzati e diffusi dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. I disoccupati in Piemonte sarebbero oggi 200 mila: il tasso di disoccupazione arriva così a quota 10%, facendo schizzare la regione al primo posto tra quelle del Nord Italia. I settori più colpiti sarebbero quelli dell’ industria (con 35 mila posti di lavoro persi nel 2012), del terziario (21 mila) e dell’agricoltura (11 mila posti lavoro in meno). “In Piemonte – spiega Marcello Maggio, segretario Regionale Cisl – ormai siamo di fronte a una crisi strutturale. Le cause sono ormai note: la grande concentrazione di piccole imprese, soprattutto nel manifatturiero, che pagano una crisi industriale che si abbatte inevitabilmente sull’indotto; e che non sono in grado di sostenere i costi di un eventuale rinnovamento, indispensabile per reggere alla concorrenza. Sta di fatto che, senza un nuovo modello di sviluppo, sarà difficile uscire da questa situazione: lo dimostrano i risultati positivi dimostrati da quelle aziende che hanno puntato sull’export o sull’aggregazione di impresa”.

Uno dei dati più preoccupanti riguarda certamente la disoccupazione giovanile, arrivata ormai al 32%: secondo l’Istat, rispetto al 2011 i disoccupati tra i 15 e i 24 anni sarebbero cresciuti di 10 mila unità. “Un altro dato allarmante – precisa Maggio – di cui non si parla molto è quello sulla disoccupazione femminile, che al momento è di nuovo in crescita. Negli anni scorsi, noi ci eravamo battuti molto in questo senso, e si era arrivati a un restringimento nella forbice occupazionale tra uomini e donne. Oggi questo divario è di nuovo in crescita”.
I dati diffusi dall’Osservatorio, delineano comunque un profilo piuttosto chiaro dei disoccupati in regione, almeno dal punto di vista anagrafico: il 22% ricoperto dagli under 25 va a sommarsi a un 50 costituito dalla fascia 25 – 44 anni, un 19% di 45 – 54enni, e un 8% ricoperto dagli over 55.

Al primo posto tra le città più colpite c’è Vercelli, con un tasso di disoccupazione dell’11%. La seguono a ruota Novara (10,3) e Alessandria (10,2), dove le tensioni tra municipalizzate e dipendenti si fanno esplosive: questi ultimi entreranno in sciopero domani 22 marzo, per protestare contro i pagamenti a singhiozzo e per lanciare al sindaco un grido d’aiuto, contro una probabile ondata di licenziamenti. (ams)

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