Sarà Renato Guttuso l’ospite d’onore della stagione espositiva della primavera – estate 2013 valdostana. La mostra Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine, realizzata dall’Assessorato della Regione Autonoma Valle d’Aosta per l’istruzione e cultura e curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota è stata inaugurata martedì 26 marzo al Museo archeologico regionale.
L’esposizione, che raccoglie 50 opere d’arte provenienti da collezioni private e dal Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, si concentra su una selezione di cinquanta opere di Guttuso tra cui il drammatico Partigiana assassinata, il visionario Bambino sul mostro fino all’epico Comizio di quartiere.
Le opere d’arte in mostra, documentano i temi tipici elaborati con grande libertà d’immaginazione e originalità di soluzioni da Guttuso, dai paesaggi urbani, ai soggetti sociali. Il grande pittore italiano cominciò a firmare i suoi quadri all’età di 13 anni, per lo più copie di altri pittori, ma con il tempo diede vita a una interpretazione tutta personale della realtà traendo ispirazione dalle suggestioni dell’arte popolare della sua terra d’origine, la Sicilia, del Cubismo di Picasso, e dell’espressionismo.
La rassegna rimarrà aperta sino al 22 settembre 2013 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Silvana Editoriale, in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con testi di Franco Calarota, Daria Jorioz e Flaminio Gualdoni.
Flaminio Gualdoni, curatore della mostra
Ci sono cinque blocchi – spiega Flaminio Gualdoni, curatore della mostra – il primo è quello delle opere della fine degli anni 30 e dei primi anni 40, il momento del suo trasferimento a Roma, ed è il momento in cui tutta una generazione rifiuta la retorica e l’idealismo della pittura italiana fra le due guerre, nata dal fascismo e da una serie di problemi che diventano coscienza civile. C’è in seguito l’innamoramento per Picasso, per Guernica. Guttuso racconta di aver girato per cinque anni con la cartolina di Guernica nel portafoglio. E poi la scelta del realismo crudo, il suo momento di massimo impegno civile, con il quadro della partigiana uccisa che è un di una violenza drammatica, assoluta. Poi recupera un rapporto che è problematico e poetico con le cose e soprattutto la natura morta diventa la sua chiave espressiva principale.
Renato Guttuso ad Aosta / video
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