L’Aquila: fiaccole accese per non dimenticare

Alle 22,oo, ha preso  il via all’Aquila la fiaccolata, un corteo lungo, silenzioso che illumina palazzi sventrati o piegati, per non dimenticare le 309 vittime del sisma di 4 anni fa: era il 6 aprile 2009. Furono rassicurati, tranquillizzati, gli fu detto che non sarebbe successo niente e a dirlo non furono cittadini qualunque ma […]

Alle 22,oo, ha preso  il via all’Aquila la fiaccolata, un corteo lungo, silenzioso che illumina palazzi sventrati o piegati, per non dimenticare le 309 vittime del sisma di 4 anni fa: era il 6 aprile 2009.
Furono rassicurati, tranquillizzati, gli fu detto che non sarebbe successo niente e a dirlo non furono cittadini qualunque ma scienziati.
I rassicurati non furono solo gli aquilani ma anche i tanti studenti fuori sede che la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 rimasero a dormire sonni tranquilli nelle loro stanze fino alle 3 e 32, quando 55 di loro in quelle stanze persero la vita. Ce lo ricorda un uomo sconosciuto alle cronache prima di quel giorno, un padre che non ha più un figlio. Si chiamava Nicola Bianchi, non aveva compiuto 23 anni e quella notte non fu ucciso dal sisma ma dalle rassicurazioni.

Quanti studenti fuori sede che dormivano quella notte all’Aquila, spesso in stanze vecchie e trasandate e per questo buone per loro giovani studenti senza soldi, stanze di soldi sporchi, il denaro dell’affitto a nero, pensavano di essere in pericolo di vita?
Nei giorni del ricordo e della rabbia i familiari delle vittime chiedono di non essere abbandonati.

Crescono  anche le polemiche per i ritardi dei fondi per la ricostruzione. La cifra stimata è di 7 milia. Il sindaco Cialente: “le mie colpe? Non ho messo le bombe”.
A quattro anni dal terremoto sono sempre di più le aziende che chiudono e sempre di meno i residenti dell’Aquila: 6000 sono già andati via, soprattutto giovani.
La ricostruzione è al palo ed evidentemente traditi sono gli appelli alla prevenzione che da più parti sono stati fatti.

Vincenzo Vittorini, consigliere comunale de “L’Aquila che vogliamo” e padre e marito di due vittime del terremoto dell’Aquila, ha detto: “La ricetta contro le sofferenze come quelle del sisma e della morte è la prevenzione, un modello comportamentale che L’Aquila non ha ancora adottato e che dovrebbe invece esportare in tutta Italia”.

http://www.tikotv.it/video/Comunicazione_e_Partecipazione/Vittorini_a_quattro_anni_dal_sisma_LAquila_sia_modello_di_prevenzione/989

http://www.tikotv.it/video/Comunicazione_e_Partecipazione/Studenti_uccisi_due_volte_una_volta_dal_sisma_laltra_dallo_Stato/994

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