Gli italiani non rinunciano alle serate in pizzeria, ed e’ un dato positivo vista la crisi, ma per tutelare il settore occorre fermare l’attacco alla mozzarella di bufala dop e favorire la formazione di pizzaioli specializzati, che mancano sul mercato del lavoro: questo l’appello lanciato al futuro governo (e al Parlamento) dal mondo della pizza riunito a Parma, in occasione del secondo giorno del “Pizza World Show”, la fiera della filiera della pizza.
In crescita in Italia il numero degli esercizi commerciali che si dedicano alla pizza, arrivati alle 50.000 unita’ (25 mila pizzerie con servizio al tavolo ed altrettanti punti vendita di pizza al taglio). Smentito anche il luogo comune che con la crisi gli italiani tagliano i pasti fuori casa per tornare alla cucina di casa: e’ vero il contrario, cioe’ che i consumi alimentari domestici sono in forte calo in Italia (meno 9 miliardi di euro negli ultimi 4 anni), mentre resiste la cena in pizzeria. Mancano invece i pizzaioli specializzati, tema a cui in Fiera a Parma e’ stato dedicato da Fipe/Confcommercio una tavola rotonda. “Le nostre imprese ci segnalano che mancano 6.000 pizzaioli specializzati (di cui 3.000 stagionali), non pizzaioli e basta, ma pizzaioli gia’ formati e capaci di assicurare un alto livello qualitativo. In Italia – ha spiegato Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi della Fipe – operano 105 mila pizzaioli extracomunitari (molti egiziani) e questo numero e’ destinato a crescere se i giovani italiani non riprenderanno a svolgere lavori manuali come questi”.
Lascia un commento