“Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”. È con questa frase che ti accompagnano nelle loro stanze le prostitute del bordello portato a teatro da Luciano Melchionna con “Dignità autonome di Prostituzione”, di ritorno in scena al Bellini di Napoli a grande richiesta dopo un anno. In tempi di crisi è difficile fare cultura, ma non bisogna svendersi mai, sembrano volerci dire regista e attori, in questo continuo parallelismo tra arte e prostituzione, tenuto insieme dal filo rosso della “dignità” di mercificazione. I protagonisti/prostitute accolgono gli spettatori/clienti sulla soglia del teatro come ad una grande festa in maschera, prima spiazzandoli poi spiegando loro, poco a poco, le regole del gioco. Lo spettatore, munito di “dollarini”, dopo attenta osservazione, sceglie uno tra gli oltre 20 attori, rigorosamente in vestaglia, disponibili su piazza esattamente come succede sulla strada o al supermercato. Ma non è così semplice: prima di “comprare” la performance teatrale bisogna “contrattare” il prezzo con le “maitresse”, ovvero le mediatrici della trattativa, pronte a tutto pur di dare il giusto valore dell’esibizione delle loro protette.
Trovato un accordo, l’attore si apparta con gli spettatori in una delle piccole sale del teatro, dove finalmente avrà il luogo la fruizione: piccoli o grandi gruppi di persone che si ritrovano ad essere catapultati in mondi diversi, ora lontani ora contemporanei, tratti da classici oppure scritti ad hoc, e ad essere talvolta essi stessi i protagonisti delle “pillole di piacere”. Perché “Dignità autonome di Prostituzione”, il format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna multipremiato in Italia e apprezzato anche all’estero, è molto più di uno spettacolo teatrale. Durante le quasi quattro ore di rappresentazione, come in un viaggio a più fermate, lo spettatore attraversa diversi stati d’animo, dallo spaesamento iniziale al coinvolgimento sempre più profondo, fino a diventare lui stesso parte della scena. Nella casa chiusa dell’arte, ci si sorprende ad interrogarsi sull’animo umano e a riflettere su diversi temi sociali, grazie ai monologhi di grande attualità scritti da Melchionna; si ride grazie ai momenti di puro divertimento offerti nel corso dello spettacolo; ci si rilassa e si canta con gli intermezzi musicali. Fino al tripudio finale in cui si viene chiamati a calcare la scena: spettatori e attori insieme sullo stesso palcoscenico, in una prospettiva completamente nuova per entrambi.
Sorprendente, provocatorio, emozionante, divertente, itinerante, DadP, come amano definirlo gli stessi padroni di casa, ti porta alla scoperta anche dei luoghi più segreti del teatro – in questo caso il Bellini di Napoli, ma vi hanno fatto da cornice altri teatri italiani ed europei – che mai avresti conosciuto altrimenti. Un cast di altissimo livello e una scenografia capace di riprodurre esattamente l’atmosfera di un quartiere a luci rosse, sono tra gli altri motivi per non perdersi lo spettacolo, che sarà ancora in programma a Napoli fino al 12 maggio (per altre informazioni:http://www.teatrobellini.it/; http://www.dignitaautonome.it/).
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