Copre quasi l’intero arco dell’anno l’Italia dei festival letterari. Il loro intento è quello di raggiungere gli appassionati di buone letture e il grande pubblico, mettendo in luce autori emergenti e scrittori già affermati a livello nazionale ed internazionale. Si propongono in formule variegate che, di caso in caso, privilegiano un tema, un territorio, un filone letterario, non mancando di coniugare il fatto culturale con l’evento spettacolare. Insomma, un’occasione sempre preziosa per favorire l’incontro diretto degli autori con i propri lettori e con il pubblico più vasto. Diversi per storia e origini, promossi da intellettuali, associazioni culturali o dagli editori, tutti rappresentano vere e proprie realtà di riferimento per la narrativa, la poesia e la saggistica italiana. Per natura differenti dai premi letterari – questi sì in numero impressionante, in ogni angolo d’Italia – dove la partecipazione, talvolta onerosa, avviene a richiesta degli autori, i festival invece definiscono sovente a priori la qualità della rassegna, selezionando gli inviti agli scrittori e agli editori con riguardo ai temi, al territorio e agli obiettivi culturali che si vogliono raggiungere. Cosicché, nel panorama dei festival letterari italiani, alcuni si sono affermati per la loro storia, per il prestigio conquistato e per la singolarità della formula. Tra questi, per brevità, si segnalano il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Festival Internazionale di Poesia di Genova, la fiera della piccola e media editoria di Roma “Più libri più liberi” e il Festival internazionale di Roma “Letterature”, quindi le rassegne letterarie di Lucca e Ferrara, ma sopra tutto il Festival della Letteratura di Mantova, di notevole richiamo nazionale ed internazionale.
Proprio con il festival di Mantova è gemellato il Festival Nazionale della Letteratura “Costa Blu” Città di Giulianova, quest’anno alla seconda edizione. E’ il più giovane dei tre eventi letterari in Abruzzo, dopo il Festival delle Letterature dell’Adriatico, finora con dodici edizioni svolte, e il Festival letterario “Il Dio di mio padre” dedicato a John Fante, di Torricella Peligna, quest’anno all’ottava edizione. Giovane sì, il Festival Nazionale di Giulianova, ma già con la sua cifra vincente, grazie al successo raggiunto all’esordio nel 2012 operando la scelta di rappresentare il meglio della produzione letteraria regionale insieme ad autori di grande prestigio nazionale. In una formula, peraltro, che alle presentazioni dei volumi, agli incontri culturali con gli autori, ai seminari a tema, propone anche mostre, buona musica e filmati di qualità. Indubbiamente una formula singolare ed intrigante che si deve al talento, all’estro e alla tenacia d’una donna davvero speciale, Patrizia Di Donato, che il festival ha creato e ne presiede con competenza l’organizzazione. Alle spiccate doti di scrittrice Patrizia Di Donato associa altrettante qualità manageriali, tanto da sfidare in mare aperto le difficoltà dell’organizzazione d’un festival letterario nazionale non in una grande città, che offrirebbe un ventaglio ampio di opportunità, ma in una cittadina di provincia qual è Giulianova, dove lei è nata e vive. Insegnante, con un’innata passione per la scrittura e la drammaturgia, Patrizia di Donato è autrice sensibile, ricca di sfumature, con un linguaggio sapido e avvincente. Non a caso, infatti, ha meritato numerosi riconoscimenti in premi letterari italiani per il suo romanzo “Il gesto”, per alcuni suoi racconti, infine per la sua ultima opera “La neve in tasca”, che ha conquistato lusinghieri giudizi della critica, vari riconoscimenti e l’anno scorso il Premio Speciale al Festival “Il Dio di mio padre”, dedicato a John Fante.
Ma veniamo all’edizione 2013 del Festival Letterario Città di Giulianova, il cui programma assai ricco ed articolato d’iniziative è stato presentato alla stampa lo scorso 23 aprile nell’Aula consiliare del Comune. “Non è casuale la scelta di presentare il Festival oggi, 23 aprile, Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, istituita dall’Unesco nel 1966. Emblematica è la data del 23 aprile – ha sottolineato Azzurra Marcozzi, addetta stampa del Festival – in quanto proprio il 23 aprile del 1616 morirono tre Maestri della scrittura mondiale: Shakespeare, Cervantes e Garcilaso Inca de la Vega”. “Siamo al cospetto di un evento molto importante non solo per la città di Giulianova ma, direi, per l’intero Abruzzo, e che ha avuto, grazie all’impegno dell’associazione Artemisia, una crescita esponenziale, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Gli eventi partiranno dal 2 fino al 5 maggio, giorno in cui scenderà il sipario nella splendida cornice del Kursaal”, ha dichiarato il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro, presente con l’assessore Nausicaa Cameli. “La nostra città ospiterà, tanto in Centro storico quanto al Lido, oltre trenta autori, tra scrittori, giornalisti e saggisti, con una numerosa serie di eventi collaterali, dai reading ai momenti musicali, dalle mostre fotografiche ai cortometraggi, ai documentari. Tra gli autori di livello nazionale e internazionale mi piace ricordare Elda Lanza, allieva alla Sorbona di Jean Paul Sartre, prima presentatrice della Tv italiana, scrittrice e giornalista; Concita De Gregorio, già direttore de L’Unità ed attualmente firma prestigiosa del quotidiano la Repubblica, presente al Festival col suo ultimo libro uscito per Einaudi; Andrea Riscassi, lombardo, giornalista RAI, di cui si ricordano le collaborazioni con Gianni Riotta, Enrico Deaglio ed Enzo Biagi; Mariano Sabatini, romano, giornalista, autore televisivo, conduttore radiofonico e scrittore; Ornella Albanese, giuliese, tra le autrici di punta della casa editrice Mondadori”.
Patrizia Di Donato, scrittrice e presidente dell’associazione culturale Artemisia, organizzatrice del festival, ha dichiarato: “Ringrazio il sindaco, l’assessore Cameli e l’amministrazione comunale che, anche in questa occasione, hanno dato dimostrazione di grande sensibilità, supportandoci davvero molto. Quest’anno il Festival sarà più che mai una vera e propria festa. Non quindi un evento ampolloso, pesante, come a volte la cultura viene prospettata. Una festa – ha detto ancora Patrizia Di Donato – dedicata ai libri, perché crediamo che ci sia una necessità di promuoverli facendo conoscerne gli autori in un Paese, come il nostro, che conta appena 3 milioni di lettori. Abbiamo volutamente scelto come location due luoghi simbolo, storici, di Giulianova: il Kursaal al Lido e la rinnovata Sala Buozzi a Giulianova Alta. Anche in questa edizione abbiamo puntato moltissimo su talenti abruzzesi, che tanto meritano ma che pure, a volte, non vengono tenuti adeguatamente in considerazione”. Nicoletta Di Gregorio, presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi, così ha commentato: “E’ un’iniziativa davvero lodevole perché anche in una località di non grandissime dimensioni, come Giulianova, si hanno eventi di grande rilievo come, appunto, questo Festival, che offre una buona vetrina agli autori abruzzesi. Debbo rimarcare la bella sinergia tra l’associazione Artemisia e l’Amministrazione comunale. Per Giulianova e la regione intera è davvero una splendida kermesse”. Per meglio entrare nello spirito del festival, ho rivolto a Patrizia Di Donato alcune domande.
Patrizia Di Donato, sei una scrittrice molto apprezzata e presidente del Festival Nazionale della Letteratura Città di Giulianova. Come è nata l’idea d’organizzare un Festival letterario?
“L’idea nasce proprio dal senso della parola Festival e da una passione presente e pulsante. Una festa, dunque, che si distingua dalla cultura molesta, noiosa e imposta come certi ricordi giovanili, quando il raggio di sole filtrato dalla finestra dell’edificio scolastico ci consolava dalla cantilenante lettura manzoniana. Un incontro felice dove lettura e ascolto, scrittura e confronto, siano in grado di avvicinare alla cultura”.
Un’impresa ardua. E’ risaputo che gli italiani non sono grandi lettori …
“Sì, hai ragione. Tre milioni di lettori “forti” che sostengono l’editoria e tutto il resto che ignora l’indirizzo della libreria più vicina. E’ proprio questo il punto. Bisogna continuare a lavorare perché la cultura chirografica, quella attiva e viva, penetri nelle nostre coscienze come la materializzazione della cultura del racconto orale, quello che l’uomo riconosce come bagaglio ancestrale. La nonna che racconta in una fiaba il coraggio delle donne, il nonno che descrive la guerra e le sue paure. Ecco, il libro è questo. E’ una voce scritta, una testimonianza che servirà nel viaggio della vita. Un testimone sempre accessibile e amabile, presente e vigile. Dalla famiglia alla scuola, dagli organi preposti a chiunque se ne faccia carico con passione e spirito pionieristico, tutti dovremmo sostenere la divulgazione della conoscenza”.
Il Festival è gemellato con il Festivaletteratura di Mantova. Un bell’inizio …
“Il gemellaggio tra il Festivaletteratura di Mantova e il Festival Nazionale della Letteratura Città di Giulianova è stato siglato a settembre dello scorso anno. Questo patto ha significato primariamente una condivisione di intenti letterari, di prospettive e impegno per la continuità a proseguire. Certo, il festival di Mantova è un evento grandioso dove un team di professionisti lavora alacremente per la riuscita del più bel festival europeo. Noi siamo al secondo anno e, nel nostro piccolo, siamo felici dei risultati ottenuti lo scorso anno. Nutriamo la speranza che i cittadini entrino per ascoltare, per prendere in mano un libro. La curiosità, da sempre, ha ripagato l’uomo con grandi conquiste. A volte, ti fa restare seduto ad ascoltare gli autori presenti ad un Festival“.
Entriamo per un attimo nel vivo del Festival. Un programma intenso, rispetto allo scorso anno …
“Oltre alla presenza di valenti autori abruzzesi, che io stimo molto e che ho sentito il bisogno di riscattare dagli angoli nascosti di librerie con vetrine unicamente “estere”, quest’anno vedremo susseguirsi autori come Mariano Sabatini, Elda Lanza, Ornella Albanese, Concita De Gregorio, Goffredo Palmerini, Andrea Riscassi, Umberto Braccili, William Di Marco e molti altri. La novità di quest’anno consiste nella scelta di una sezione dedicata ai cortometraggi. Sarà presente, con il corto che ha vinto il primo premio al Festival del cinema di Roma 2012, il regista Antonello Schioppa. E Giovanna Di Lello, con un corto dedicato a John Fante, autore italoamericano che io amo molto e che ha ispirato due racconti del mio libro La neve in tasca”.
La vostra associazione culturale si chiama Artemisia. C’è una motivazione?
“La parola deriva dal greco artemes, sano. La pianta dell’artemisia aiuta a guarire. Come questa pianta, un libro possiede la proprietà di “sanare” la mancanza di conoscenza, la solitudine, la noia. Nella mia borsa non manca mai un libro. E’ un’amabile presenza”.
Dove si svolgerà il Festival?
“Due le strutture che ospiteranno il Festival. Volutamente storiche. La stupenda Sala Buozzi a Giulianova Paese, gioiello architettonico risalente al 1930, da poco magistralmente ristrutturato, e lo straordinario Kursaal, edificio liberty costruito nel 1909, che si affaccia davanti al mare Adriatico”.
Cosa vorresti poter dire al termine del Festival, quando ormai tutte le luci saranno spente?
“Vorrei poter provare quella sensazione di cuore pieno, come quando percepisci di aver sfiorato la felicità ma non lo dici, perché temi che si allontani. Lo scorso anno, quando il Kursaal era ormai vuoto, sono uscita sulla stupenda terrazza affacciata sul Mare Adriatico ripercorrendo ogni momento, come se l’averlo vissuto non era stato sufficiente: i volti, le parole, le immagini, la musica e quella bellezza gioiosa che solo un libro sa regalare. Ed ho pensato che questo figlio bello, questo Festival di carta e fiato, è giunto nel momento giusto, quello dell’ora grande in cui tutto muta, dimentico del male, del dolore e di ogni smarrimento. L’ora bella e unica del bene”.
Ora qualche annotazione su Giulianova, splendida cittadina turistica della costa teramana, una delle perle blu del mare d’Abruzzo. Documentata fin dal neolitico la presenza umana in area giuliese, le origini di Giulianova risalgono al III secolo a.C., quando i Romani edificarono Castrum Novum, nei pressi dell’attuale centro. La colonia man mano assurse a luogo di rilevanza commerciale e importante nodo nelle comunicazioni. Si dotò anche di bagni termali. Spopolatasi a seguito delle invasioni barbariche, in epoca altomedioevale la città assunse la denominazione di Castrum Sancti Flaviani, per via dell’ospitalità data alle spoglie di San Flaviano, Patriarca di Costantinopoli, che erano dirette a Ravenna. In onore del santo, diventato poi patrono della città e al quale è dedicato il Duomo, il centro prese il nome di Castel San Flaviano, a partire dal XII secolo. Il borgo, passato man mano sotto la dominazione degli Ostrogoti, poi del Ducato di Spoleto, quindi nel Regno di Sicilia e poi nel Regno di Napoli, nella seconda metà del Trecento entrò in possesso della potente famiglia degli Acquaviva, che ne fece una delle residenze principali fino alla distruzione della città, nel 1460, nel corso della sanguinosa battaglia tra le truppe angioine ed aragonesi, al comando dei Capitani di ventura Jacopo Piccinino e Alessandro Sforza. Undici anni più tardi Giulio Antonio Acquaviva, duca d’Atri, con diploma del Re di Napoli, Ferdinando I, preferì far ricostruire il borgo in posizione più arretrata ed elevata dalla costa, affidando la progettazione della cittadella all’architetto Francesco Giorgio Martini, che si ispirò ai criteri di razionalità e al gusto architettonico del Rinascimento. Da allora il centro prese il nome di Giulia Nova, in onore di Giulio Acquaviva che ne aveva disposto la ricostruzione. Il centro abitato originario, in parte conservatosi fino ai giorni nostri, era interamante racchiuso entro una poderosa cinta muraria della forma di un quadrilatero irregolare, difeso da otto torrioni, di cui uno integrato nel palazzo ducale. Saccheggiata dai Lanzichenecchi e, in epoca napoleonica, dai Francesi, Giulianova, dopo l’unità d’Italia, fu la prima città abruzzese ad essere visitata dal Re Vittorio Emanuele II.
Da quegli anni la città tornò a protendersi verso l’Adriatico, stimolata dall’apertura al traffico della linea ferroviaria Ancona-Pescara, costituendo il nucleo dell’attuale Giulianova Lido. Nei primi decenni del Novecento divenne un’elegante stazione balneare della riviera adriatica e vi sorsero splendide ville liberty che ancor oggi costeggiano il lungomare e il viale dello Splendore, nella parte alta della città. In quegli anni venne edificato anche il lussuoso albergo Kursaal, oggi adibito a congressi e mostre. Nel corso dell’ultima guerra la città fu sconvolta da alcuni bombardamenti aerei. Di particolare intensità fu quello effettuato dagli Alleati nel febbraio 1944, che causò numerose vittime e danni materiali di una certa entità. Nel dopoguerra Giulianova è tornata ad essere una città prospera, con i suoi 24 mila abitanti fra le tre più popolose ed economicamente importanti della provincia di Teramo. Tra le emergenze artistiche ed architettoniche della città si segnalano: il Duomo di San Flaviano, superba costruzione rinascimentale a forma ottagonale e a cupola semisferica. La cripta conserva i resti del patrono San Flaviano. Il tempio è impreziosito dalle opere di artisti contemporanei, fra i quali Venanzio Crocetti, Renato Coccia e Aligi Sassu; il Santuario di Santa Maria dello Splendore, meta di pellegrinaggi, complesso monumentale costituito dalla chiesa edificata nel 1907 e dall’annesso convento dei Cappuccini; la chiesa di Santa Maria al Mare, risalente all’XI secolo, nella parte medioevale di Giulianova Alta; la chiesa di Sant’Antonio, tardo rinascimentale, costruita nella seconda metà del Cinquecento; la chiesa della Misericordia, a forma trapezoidale, risalente al XVI secolo. Tra le architetture civili di rilievo si segnalano il già citato Kursaal; la Colonia Marina, complesso costruito negli anni Trenta del secolo scorso; il Lungomare monumentale, per un’estensione di 700 metri, progettato nel 1932 dal giuliese Giuseppe Meo; infine, il monumento a Vittorio Emanuele II, opera bronzea realizzata nel 1894 dallo scultore Raffaello Pagliaccetti per commemorare la visita del Re alla città, avvenuta nell’ottobre 1861. Dunque una città, Giulianova, che all’interesse proprio del Festival della Letteratura coniuga un significativo interesse artistico ed architettonico nelle sue emergenze monumentali. Una bella città turistica, portuale e balneare, da visitare ed apprezzare.
Goffredo Palmerini
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