In una sala gremita da operatori turistici ed economici, amministratori ed associazioni, è stata presentata ieri pomeriggio ad Assergi la Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS), un importante strumento di certificazione il cui iter di adozione anche l’Ente Parco ha avviato nell’intento di ottenere una condivisione quanto più ampia da parte dei diversi portatori d’interesse territoriali. Il fine ultimo è di adeguare le politiche di gestione turistica agli standard europei, motivando senso di responsabilità e di appartenenza in tutti i portatori d’interesse del comparto turistico, chiamati anch’essi, come già positivamente sperimentato dal Parco nel settore agro-zootecnico, ad interloquire in maniera paritetica con l’Ente.
L’incontro è stato introdotto dal Presidente, Arturo Diaconale, e dal Direttore, Marcello Maranella, ed ha visto l’intervento di Paolo Pigliacelli, responsabile dell’ufficio progetti di Federparchi che ha illustrato lo spirito e gli obiettivi della Carta, e di Luca Dalla Libera e Giuseppe Dodaro, rispettivamente di Agenda 21 Consulting e Ambiente Italia, che assumeranno l’onere di accompagnare il Parco nel percorso verso la CETS. Inoltre, per meglio far comprendere il senso di questa nuova opportunità, l’incontro ha anche raccolto la positiva esperienza del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, che ha già avviato analogo percorso, attraverso le testimonianze di Daniela D’Amico e dell’operatrice Lucia Tarquinio.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati programma e calendario degli incontri che scandiranno le diverse fasi del processo partecipato, con l’istituzione di quattro tavoli di lavoro distribuiti uniformemente sul territorio protetto, in modo da facilitare la massima partecipazione degli operatori. Il percorso consentirà in prima analisi di ottenere una fotografia del territorio, per valutarne le criticità ed evidenziarne le necessità di intervento, onde proiettarne una visione a lungo termine che passi per il raggiungimento di obiettivi fissati collegialmente. Dal processo scaturirà infatti un piano di intervento che sarà adottato dall’Ente Parco previa approvazione e condivisione da parte di tutti i portatori di interesse.
«Si tratta di un’opportunità importante ed imperdibile – ha sottolineato Diaconale – che Federparchi, grazie al finanziamento del Ministero dell’Ambiente, offre alle aree protette, per consentire loro di fare un salto di qualità, facendo sistema. Tutti i gruppi d’interesse avranno l’occasione di partecipare assieme al Parco alla tutela del territorio, di migliorarne l’ambiente e le infrastrutture e di aumentare allo stesso tempo l’attrattività turistica del territorio, in special modo nei confronti dei bacini di utenza nazionali ed esteri che sono più attenti alla qualità».
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