Già nel 2011 su Doctornews, Umberto Veronesi, a proposito di una nuova tecnica ini chirurgia video-assistita, che ha permette di eseguire una mastectomia bilaterale per via ascellare, tecnica nuova e messa a punto da un’equipe di chirurgi del Policlinico San Matteo di Pavia, che aveva riportato all’attualità il dibattito sull’opportunità di eseguire la mastectomia preventiva in donne ad alto rischio di sviluppare neoplasie mammarie, ebbe modo di dirsi contrario, perché, disse cuitando i dati più accrediti della letteratura internazionale, con la mutazione di Brca1 e 2 non si eredita la malattia, ma la predisposizione ad ammalarsi e per circa la metà delle donne con mutazione genetica ci sono probabilità che il tumore non si sviluppi mai, anche in caso di test positivo.
E soprattutto, sottolineò lo studioso, va ricordato che oggi se il tumore viene individuato in fase molto iniziale la percentuale di guarigione è intorno al 98% dei casi, infatti l’ecografia e la mammografia annuali e la risonanza magnetica nei casi di incertezza sono capaci di trovare tumori così piccoli che possono anche essere trattati con terapie rispettose dell’integrità e della qualità della vita della donna». Veronesi ha anche accennato alle strade che si stanno percorrendo: il controllo e la farmacoprevenzione, cioè la somministrazione di farmaci che hanno dimostrato di poter bloccare il processo cellulare prima che nasca il tumore.
Viene allora da concludere, nonostante la drastica decisione della Jolie e di molte altre donne, che in base a queste premesse la mastectomia preventiva, cioè l’intervento chirurgico per l’eliminazione delle mammelle, se anche riduce quasi a zero il rischio di ammalarsi, è una profilassi trotto aggressiva e rappresenta concettualmente un passo indietro rispetto alla filosofia della chirurgia oncologica moderna, che tende invece a conservare il più possibile.
Con tutto il rispetto per le donne e per tutti, indipendentemente dal sesso e nella consapevolezza che occorre sempre tenere a mente l’assioma d’esordio de Seno di Philip Roth, ovvero “in assoluta umiltà dire che certe cose sono più straordinarie di altre”, mi viene in mente, leggendo la lettera della Jolie, che forse essa è vittama di una nuova sindrome che, pare, sarà inserita nel costituendo DSM quinta versione che gli i psicopatologi dell’American Psychiatric Association (APA) chiamo già “rischio sindrome”, sempre più diffusa nell’elenco delle condizioni oggetto di attenzione clinica da parte degli operatori della salute mentale, relativa non più a persone malate di mente, ma a tutte coloro che un giorno diventarlo. Siamo pienamente in linea con quell’approccio preventivo peculiare della cacopedia, solo che gli psichiatri dell’APA, nonché i chirurghi che hanno portato la soluzione radicale in sala operatoria, non scherzano affatto. Volendo continuare, si potrebbe citare ancora la pillola Lybrel, anticoncezionale da prendere tutti i giorni senza più pause e senza più pseudo-mestruazioni, che appunto magicamente scompaiono; ma una Donna mai più mestruata, come una Donna senza tette, curata da una medicina che più che a delle malattie va forse incontro a delle ossessioni.
Carlo Di Stanislao
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