Siamo convinti che chi imbratta le città, i monumenti ed i luoghi storici è un criminale e come un criminale dev’essere perseguito e punito. Ricordiamo, infatti, che chi imbratta edifici, palazzi, treni o autobus rischia il carcere da uno a sei mesi o una multa da 300 a mille euro; sanzione che aumenta se il graffito compare su monumenti o in aree di interesse artistico (in questo caso la reclusione arriva fino a un anno e le multe vanno da mille a 3mila euro). Forse le pene individuate dalla legge e in alcuni casi rafforzate da apposite ordinanze dei sindaci in virtù dei poteri loro conferiti, non sono sufficienti se troppo spesso ci svegliamo la mattina con pezzi di patrimonio storico danneggiati dalle bombolette spray di soggetti poco “artistici”.
Perché nel Nostro Paese il patrimonio artistico-culturale dev’essere preservato come un bijoux per la ricchezza che esso rappresenta per la nostra comunità nazionale.
Al contempo, dobbiamo rilevare che in alcuni luoghi delle Nostre città possano essere dedicati spazi per far sfrenare i writers per realizzare murales e graffiti che in non rari casi assurgono ad essere una forma d’arte. Non a torto, infatti, è stata denominata street – art, perché oltreché restituire bellezza nelle aree emarginate, anche i murales possono rafforzare i legami all’interno di una comunità se ne descrivono la storia e se diventano un modo per far evadere i giovani dalle pericolose routine dei quartieri di periferia.
Questi pensieri, spiega Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” sono scaturiti dalle segnalazioni di alcuni cittadini sorpresi dalla ritrovata bellezza di alcuni luoghi dov’era ormai persa nel quartiere Santa Rosa di Lecce, dove alcuni artisti hanno ridipinto alcuni muri di edifici in disuso senza rovinarne la facciata.
Ed allora, l’invito dello staff dello “Sportello dei Diritti” è rivolto alle amministrazioni comunali affinché creino spazi ad hoc per far scatenare la fantasia di questi artisti magari creando dei concorsi cittadini in materia.
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