Il prodotto surgelato non è sinonimo di prodotto qualitativamente inferiore. Si tratta di un pregiudizio sbagliato, legato ad una cultura cattiva e lontana dalla verità che va modificata e su cui tutta la ristorazione deve impegnarsi. È questo il tema su cui sarà incentrato il talk show dal titolo “Oltre l’asterisco. Il vissuto del surgelato nella ristorazione”, in calendario oggi alle ore 14,30 presso lo stand Fipe-Confcommercio (R21-S30) al padiglione 9 di TuttoFood 2013.
Il consumatore deve riuscire a superare senza tentennamenti questa resistenza ed evitare formalismi legati ad un asterisco sul menu. Vero è, tuttavia, che quell’asterisco deve comparire sulla carta che si presenta al cliente e deve garantire che i prodotti legati a quell’asterisco siano di qualità. E va, altresì detto che l’Italia è il solo paese dell’Unione europea, eccezion fatta per Cipro, (Fonte Hotrec) in cui la segnalazione dell’utilizzo di materie prime congelate o surgelate deve essere indicato.
È giusto dunque informare il consumatore, perché possa essere in grado di scegliere consapevolmente, ma bisogna lavorare sulla cultura del prodotto surgelato affinché la doverosa segnalazione non venga vissuta dal cliente con il valore (errato) di ‘diminutio’. E su questo, purtroppo, pesa anche l’enfasi di iniziative da parte degli organi ispettivi che hanno criminalizzato il prodotto conservato.
L’uso del prodotto surgelato non va visto solo come scorciatoia o come un modo di risparmiare sugli acquisti, ma è diventato anche una esigenza di corretta prassi igienica. È infatti obbligatorio per chi lavora il pesce crudo. Solo il metodo corretto della surgelazione consente di combattere i pericolosi parassiti del pesce. E anche nei confronti di altre materie prime stagionali spesso è bene ricorrere al surgelato che consente anche di organizzare al meglio il lavoro, soprattutto in quelle attività con alti e bassi, e di evitare sprechi per difficoltà di approvvigionamento.
Lascia un commento