Promuovere la cultura della solidarietà testamentaria in Italia: è questo l’obiettivo di “Testamento Solidale”, una campagna che per la prima volta mette insieme un gruppo di prestigiose ed autorevoli associazioni, con il contributo tecnico del Notariato, per informare e sensibilizzare sull’importanza di un gesto che può fare la differenza nella vita delle persone che hanno più bisogno. La campagna viene presentata quest’oggi a Roma.
“Fare un lascito solidale ad associazioni riconosciute come Action Aid, Ail, Aism, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e Unicef (gli enti promotori della campagna, ndr) – si afferma – significa garantire cibo, salute e istruzione a milioni di bambini. Vuol dire aiutare le persone con disabilità ad integrarsi al meglio nei territori in cui vivono, fornendo servizi socio-sanitari adeguati e sostenere la ricerca scientifica contro malattie come la leucemia e la sclerosi multipla. Ma significa anche lasciare un segno di noi e dei nostri valori quando non ci saremo. Il tutto attraverso un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento e senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. E senza che siano necessari ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni impegnate nelle più importanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo lascito può fare la differenza”.
Lascito solidale: cos’è, cosa si può donare. Il testamento solidale è un lascito a favore di enti, associazioni e organizzazioni onlus. Un atto di amore e generosità attraverso il quale si possono fare diversi tipi di lascito.
“Intanto, è falso che per fare un lascito solidale si debbano possedere grandi patrimoni. In realtà si può lasciare anche solo una piccola parte dei propri beni”, sottolineano le associazioni. Ad esempio: una qualsiasi somma di denaro; un bene mobile (ad es. un arredo, un’opera d’arte, un gioiello); un bene immobile, come un appartamento, un terreno; la polizza vita; azioni e titoli d’investimento.
“Da questo punto di vista è importante osservare che esiste una quota del patrimonio che può essere liberamente destinata a chi si desidera – sottolineano le associazioni -. E’ la quota ‘disponibile’ che varia in funzione di quali e quanti legittimari ha il testatore. Si può indicare nel testamento di lasciare alle organizzazioni solo alcuni beni, mentre tutto quello che non viene indicato verrà devoluto ai familiari. In assenza di testamento, con la successione legittima, il patrimonio del defunto viene lasciato in eredità ai parenti entro il sesto grado di parentela. Nel caso, infine, in cui non vi siano familiari entro il sesto grado, l’eredità si devolve a favore dello Stato”.
Gli italiani e il testamento. Stando ai numeri, gli italiani della fine della propria vita non vogliono sentir parlare. E di conseguenza neanche del testamento: 8 italiani su 10, infatti, non hanno mai preso in considerazione l’idea di mettere nero su bianco le loro “ultime volontà”. Addirittura 6 su 10 non hanno alcuna intenzione di fare testamento neanche in futuro, mentre il 21 per cento non ha mai valutato l’idea, ma “potrebbe pensarci su”. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata per la campagna “Testamento Solidale” da GFK Eurisko e basata su un campione di quasi 1500 individui rappresentativo della popolazione italiana over 55. Soltanto l’8 per cento del campione (circa 1,5 milioni di italiani) ha fatto testamento, mentre il 5 per cento è intenzionato a farlo e il 6 per cento ci ha pensato ma è ancora incerto se farlo oppure no.
Lo studio conferma una propensione bassa al testamento da parte degli italiani, vicina a quella già registrata nel 2012 dall’Agenzia delle Entrate (15,78 per cento) e di gran lunga inferiore a quella di altri Paesi, ad esempio quelli anglosassoni: in Gran Bretagna la propensione si attesta intorno all’80 per cento, negli USA al 50 per cento.
“Alla base del ‘rapporto difficile’ con il testamento c’è l’ansia legata all’idea della fine della vita, ma anche il timore di causare problemi familiari – affermano gli estensori del rapporto -. Come nelle più classiche commedie all’italiana, la parola testamento evoca solitudine affettiva, timore di possibili reazioni negative da parte dei propri eredi, se non addirittura liti e trame”.
Lasciti solidali. Oltre 7 milioni e 200 mila persone over 55, il 45 per cento del campione, dichiarano di non avere mai sentito parlare di lasciti solidali, mentre il 55 per cento sa di che si tratta. Il 9 per cento degli intervistati ha una propensione positiva, ma solo il 2 per cento degli italiani ha già fatto il lascito o sicuramente lo farà (circa 400 mila persone).
Lo studio mette in luce che tra gli italiani cresce la voglia di saperne di più sui lasciti solidali, ma evidenzia anche che le informazioni attualmente disponibili sono imprecise e limitate. “Ad esempio – si afferma nella ricerca -, tanti pensano al lascito come una ‘roba da ricchi’, oppure credono che obblighi all’ intera donazione del proprio patrimonio. Una doppia falsa convinzione, dal momento che si può cedere anche solo una minima parte dei propri averi”.
Ma anche, più banalmente, come emerge dalla ricerca qualitativa di GFK Eurisko, “molti non sanno a chi rivolgersi oppure temono che una richiesta di informazioni possa vincolarli ad un impegno. C’è insomma un evidente ‘gap’ di conoscenza che questa campagna vuole finalmente colmare, per far comprendere l’importanza di un atto”.
Un sito e una guida per saperne di più. Da oggi sono online il sito testamentosolidale.org e l’omonima guida realizzata dal network delle sette grandi organizzazioni, con la collaborazione tecnica del Consiglio Nazionale del Notariato. Il tutto sempre nell’ambito della campagna informativa che si propone di promuovere la cultura del lascito solidale
“A chi bisogna rivolgersi per fare un lascito solidale”? “Che tipo di lascito si può fare ad una organizzazione”? Sono, queste, solo alcune delle domande che nel sito e nella guida trovano risposta. Oltre ad una esaustiva panoramica sul testamento e sul lascito, nel sito è possibile chiedere il parere del notaio. (daiac)
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