Si è aperto oggi il II Congresso Nazionale di T.I. Assotir, presso il N.H. Midas, a, Roma, che proseguirà anche domani 8 giugno con una seduta pubblica cui sono previsti interventi di rappresentanti del mondo scientifico, del Governo e delle Istituzioni.
Durante la mattinata si è parlato anche del “percorso concordato tra le parti” annunciato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi in merito ai costi minimi, e alle ipotetiche procedure che si potrebbero attuare, quali l’eliminazione dall’articolo 83 bis delle “parti inapplicate o inapplicabili”, il rispetto dei costi minimi solo per i contratti verbali, l’inserimento di “nuovi stringenti elementi nel contratto scritto”, come per esempio l’adeguamento del gasolio e i tempi di pagamento. “La questione dei costi minimi di sicurezza che T.I. ASSOTIR difende – spiega Anna Vita Manigrasso , Presidente Nazionale di Assotir, riconfermata per l’occasione con un nuovo mandato – si è posta come necessità a fronte di una liberalizzazione che era divenuta pura deregulation, con rischi assai elevati per la sicurezza, l’efficienza e la legalità del mercato. Occorre che la Politica lo consideri come soggetto con pari dignità rispetto alle altre forze sociali ed alle altre categorie, industria, commercio, finanza, con cui non un singolo ministro, ma il Governo nel suo insieme si confrontano”.
Il Congresso offre l’occasione per riflettere sullo stato attuale del settore del trasporto e della logistica e sulle prospettive delle imprese di autotrasporto italiane, ma anche per illustrare le proposte dell’Associazione alle istituzioni ed alle forze economiche e sociali per realizzare un’urgente inversione di rotta che faccia uscire il settore dalla crisi. “Un settore che versa in gravi difficoltà – dichiara Anna Vita Manigrasso – ma che rappresenta una porzione significativa – pari al 7% – del Pil nazionale, riconfermandosi come un segmento strategico per il rilancio dell’economia italiana”.
Nell’autotrasporto, infatti, operano oltre 100mila imprese, e da esso dipendono le sorti di più di un milione di famiglie. Sono particolarmente pesanti i dati che fotografano l’autotrasporto Italiano in questi ultimi anni:
· 7mila imprese chiuse negli ultimi 15 mesi; altre 2.000 in situazione fallimentare o prefallimentare;
· calo del 28% nella vendita dei veicoli pesanti, negli ultimi dodici mesi;
· presenza pesante dell’intermediazione, che incide in modo notevolissimo sul ricavo delle imprese di trasporto ed è la sola beneficiaria dei rincari dei prodotti di cui i consumatori fanno regolarmente le spese.
“Uno dei principali problemi del settore è proprio l’intermediazione – dichiara Claudio Donati, Segretario Generale di Transfrigoroute Italia Assotir – la sua incidenza sul costo finale del trasporto risulta eccessiva ed anomala. E’ questo uno dei principali fattori di inefficienza del sistema, che, comprimendo i ricavi delle imprese di trasporto, incoraggia da parte degli imprenditori più deboli la violazione delle regole (tempi di guida, norme del codice della strada, costi minimi di sicurezza) con il miraggio dell’inseguimento di un’improbabile via di sopravvivenza”.
Donati conclude con un appello alla politica e alle Istituzioni: “Occorre inserire l’autotrasporto tra le 10 priorità della agenda politica italiana dei prossimi mesi, perché dalle sorti di questo settore dipende l’economia di molti e l’alimentazione di tutti”. Secondo i dati dell’IRU, ammonisce T.I. Assotir, ogni giorno, in Europa si trasportano 100 kg di merce per abitante: l’85% dei prodotti trasportati viaggia su ruote. Cosa accadrebbe se tutto l’autotrasporto italiano, d’un tratto, dovesse fermarsi?
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