Arsenico, cadmio, piombo e cromo. Per essere dei sostitutivi delle sigarette normali, quelle elettroniche si sono ‘calate’ un po’ troppo nella parte, e secondo le analisi di un’inchiesta del settimanale ‘Il Salvagente’ hanno mostrato un contenuto preoccupante di queste sostanze, ironicamente presenti anche in quelle di tabacco. Il dossier ora e’ in mano al procuratore Raffaele Guariniello di Torino, e conferma come ci sia bisogno di una maggiore regolazione del settore. Da imitare ci sarebbe l’esempio della Gran Bretagna, dove l’autorita’ regolatoria ha deciso che dal 2016 le ‘e-cig’ saranno trattate come i farmaci da banco.
I metalli, tossici o addirittura cancerogeni, sono stati trovati in sei liquidi testati dall’universita’ Federico II di Napoli. “I valori – ha spiegato Guariniello, che ha gia’ un’inchiesta aperta sull’argomento, al settimanale – sembrerebbero molto elevati, in special modo in un campione, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente”. Per il Codacons la scoperta sarebbe gia’ sufficiente ad avviare “subito analisi a tappeto sui liquidi per e-cigarettes venduti in tutti i negozi d’Italia, ed il ministero della Salute, sulla base del principio di precauzione, disponga il sequestro dei prodotti pericolosi per la salute”.
Il problema della scarsa uniformita’ dei prodotti, che possono contenere le piu’ svariate quantita’ di nicotina oltre a sostanze non sempre lecite, e’ comune in tutta Europa. La decisione della britannica Mhra impone a tutti i produttori di preparare dei veri e propri dossier di sigarette e liquidi indicanti composizione e caratteristiche, che verranno valutati poi come dei normali farmaci, anche se le e-cig approvate saranno vendute anche al di fuori delle farmacie. Da qui al 2016 l’agenzia cerchera’ di esortare i fabbricanti, che in molti casi sono le stesse multinazionali del tabacco, a mettersi in regola come qualcuno ha gia’ fatto. A convincere l’Mhra, che ha anche sondato il pubblico sull’argomento, e’ proprio la convinzione che le sigarette attuali “non sono buone abbastanza, perché contengono dei contaminanti e il tasso di nicotina non è uniforme”.
Sul tema dovrebbe legiferare anche l’Unione Europea, con la Commissione che ha emanato una direttiva molto simile alla decisione inglese ancora in via di approvazione, mentre alcuni paesi come la Francia e anche l’Italia si stanno muovendo da soli, ad esempio bandendo le e-cig da scuole e luoghi pubblici. Che sia necessario intervenire lo confermano anche le cifre di questi dispositivi, che in Italia hanno conquistato due milioni di utilizzatori occasionali e 500mila abituali.
Lascia un commento