Nelle ultime 24 ore più di 900 persone hanno trovato nelle coste meridionali della penisola italiana il loro approdo sicuro dopo un viaggio tra la vita e la morte. Ieri infatti è stata una giornata molto impegnativa per la Guardia Costiera che ha soccorso quasi mille tra uomini, donne e bambini anche molto piccoli provenienti, attraverso barche insicure, da paesi del Nordafrica, ma anche da Siria, Afghanistan e Kurdistan.
Le condizioni meteo favorevoli sono diventate la stella cometa per persone che non aspettano altro che sfuggire, anche su barche insicure, ad un destino di fame, instabilità politica e guerra. Tre gli sbarchi che hanno impegnato gli uomini della Guardia Costiera e uno è culminato con la morte di un giovane nordafricano giunto su un barcone con 200 persone sulla spiaggia tra Siculiana Marina e Torre Salsa, nell’Agrigentino. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per accertare le circostanze della tragedia: il giovane sarebbe annegato nel tentativo di raggiungere la riva.
Altro caso particolare che ha attirato l’attenzione dei soccorritori è stato il ritrovamento di una neonata sulla piccola imbarcazione giunta sulle coste di Roccella Jonica. Sull’imbarcazione di fortuna carica di 159 immigrati, di cui molti sono stati portati in ospedale disidratati o in stato di ipotermia, la piccola è riuscita a cavarsela. Pesa due chili è in perfetta salute. Nessuna notizia sulla madre. Probabilmente la donna ha partorito in mare ed è morta. Forse gli altri viaggiatori della disperazione l’hanno gettata in mare.
Ora dopo la fase d’emergenza ci sarà quella dell’accoglienza, in cui l’Italia a causa delle leggi che ha, non brilla per umanità, come dimostra la disperazione di coloro che, rifugiati o immigrati, sono sul suolo italiano prigionieri di Cie e altri centri. Ieri, infatti, mentre riprendevano gli sbarchi, è scoppiata la protesta di un gruppo di immigrati all’interno del centro Mineo per rifugiati politici, in provincia di Catania. C’è stata una sassaiola e lancio di lacrimogeni da parte dei poliziotti in una struttura che ospita 2800 persone in attesa di ottenere lo status di rifugiato politico. La scintilla della sommossa è stata data dal fermo di un migrante, aggredito alcuni agenti. Ma l’origine del malessere è chiaramente legata alla lunga attesa in cui sono costretti a vivere, dentro ad una sorta di carcere, persone colpevoli di nessun reato. Il centro di Mineo come i Cie sono delle discariche sociali, in cui far stazionare persone di cui lo Stato non riesce o vuole occuparsi.
Vedi anche il video sugli sbarchi di ieri qui
Lisa D’Ignazio
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