Finisce l’era Ahmadinejad a TEheran e subentra il moderato Hassan Rohani accolto dal paese con grande gioia. In lui sono riposte le speranze di un paese che preferisce rapporti pacifici e di dialogo con le altre nazioni, soprattutto con gli Stati Uniti. E’ stato un fine settimana di grande festa a Teheran e nelle altre città della Repubblica islamica dell’Iran per la vittoria di Hassan Rohani. La gente è scesa in strada convinta di aver contribuito a cambiare le sorti del proprio paese, cantando e ballando ma soprattutto sventolando bandiere viola, il colore del candidato della moderazione.
Rohani ha vinto al primo turno delle elezioni presidenziali superando per un soffio il 50% necessario ad evitare il ballottaggio e con un affluenza consistente del 72, 7%.
Hassan Rohani non è un volto nuovo della politica e del potere iraniano, anche se dopo il comando del “falco” Ahmadinejad incarna la svolta sul fronte della politica interna, ma soprattutto su quello della politica estera, nei rapporti con gli Stati Uniti per una risoluzione diplomatica e pacifica della questione nucleare.
Il mondo occidentale, particolarmente attento all’esito di queste elezioni, ha accolto infatti con favore la vittoria di Rohani, considerato un candidato “moderato-riformista”.
Hassan Rohani «troverà negli Stati Uniti un partner se l’Iran rispetterà i suoi obblighi sul fronte del programma nucleare», ha detto il capo dello staff della Casa Bianca Denis McDonough. «Un potenziale segnale di speranza», ha aggiunto. «Se Rohani è davvero interessato, come ha detto in campagna elettorale, a ristabilire le relazioni con la comunità internazionale, ci troverà pronti». La volontà di risolvere la questione nucleare non convince tuttavia Israele che resta scettico. Israele fa sapere tramite il portavoce del Ministero degli Esteri che giudicherà Rohani dalle “sue azioni in materia di nucleare e terrorismo, sottolineando che “fino a oggi sul programma nucleare iraniano ha deciso la Guida Suprema (l’Ayatollah Ali Khamenei, ndr), non il presidente”.
Anche la ministra degli esteri italiana Emma Bonino ha commentato positivamente l’elezione di Rohani: “L’Italia – ha osservato Bonino – confida che, con il nuovo governo del Presidente Rohani, sia possibile lavorare allo sviluppo delle relazioni bilaterali ed avviare senza indugio una stagione di rinnovata comprensione e di dialogo costruttivo tra l’Iran e la comunità internazionale.”
Ma chi è Hassan Rohani? Grande militare e intelligente negoziatore, la sua vita politica ha radici lontane. La sua carriera è stata forgiata da due figure di spicco della Repubblica islamica: l’ayatollah Khomeini che ha inaugurato il potere teocratico ancora vigente in Iran e Hashemi Rafsanjani, che fu presidente dell’Iran per due mandati, dal 1989 al 1997. Con lui, Rohani militò nella resistenza contro lo scià Reza Pahlavi, fu arrestato e torturato. E’ stato anche comandante dell’aviazione nel periodo della guerra contro l’Iraq e una volta terminato il conflitto capo dei pasradan, i 120mila guardiani della rivoluzione.
Rohani è certamente un uomo di rottura, ma non troppo. La sua figura non farà di certo ombra al leader supremo della Repubblica, Khomeini che decide ancora oggi le sorti del paese.
Guarda anche il video sulla vittoria di Hassan Rohani in Iran qui
Lisa D’Ignazio
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