“Da noi il reato di tortura non esiste, ma la pratica della tortura si”, ha spiegato ieri sera lo scrittore Erri De Luca testimonial d’eccezione contro la tortura alla platea del teatro Palladium di Roma. In cui in occasione della Giornata mondiale contro la tortura è andato in scena un unico evento che ha visto unite tre organizzazioni, il CIR, Consiglio italiano per i rifugiati, la campagna LasciateCIEntrare e Antigone. Tre realtà che si battono per far venire alla luce la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, le violenze subite dai rifugiati, il razzismo istituzionale dei Cie e le condizioni disumane delle carceri italiane.
Per denunciare la tortura non solo come violenza diffusa in molte parti del mondo, ma come violazione quotidiana dei diritti umani nei CIE e nelle carceri italiane, ieri sera è andata in scena uno spettacolo “Di Untori e altri Demoni” realizzato da 15 rifugiati, sopravvissuti a esperienze di tortura e violenza estrema, che per 5 mesi hanno partecipato al laboratorio di riabilitazione psico-sociale del CIR, Consiglio italiano per i rifugiati.
L’introduzione del reato di tortura nel codice penale è “un obbligo giuridico oltre che morale – ha spiegato Patrizio Gonnella di Antigone – ma da 25 anni non viene adempiuto. Uno scandalo nel nostro sistema giuridico e politico, la Convenzione Onu è del’84, l’Italia l’ha ratificata nell’88. Da allora quasi tutti gli altri paesi avanzati l’hanno messa nel codice, l’Italia no. Non inserire la norma nel codice significa non mettere neanche la condizione necessaria per poter punire”, ha concluso Gonnella.
Nel corso della serata sono state anche raccolte le firme per tre proposte di legge popolare per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale. L’iniziativa si chiama: “Tre leggi per la giustizia e i diritti: tortura, carceri, droga”.
Guarda anche il video sulla Giornata Mondiale contro la tortura qui.
Lisa D’Ignazio
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