L’accordo, almeno sulla data, sembra essere stato raggiunto: il primo agosto, ha annunciato il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, ”consegneremo il nostro metodo all’Istituto superiore di sanita’, in accordo con lo stesso Istituto”. Terminata la semplificazione del Protocollo, dunque, il metodo sara’ consegnato al Comitato scientifico nominato per l’avvio della sperimentazione, ma Vannoni ribadisce pero’ cinque condizioni fondamentali, che verranno discusse in un incontro in programma per il 12 luglio all’Iss con tutti i componenti del Comitato.
L’avvio della sperimentazione del metodo Stamina – inizialmente previsto per il primo luglio – sembra dunque avvicinarsi. A meno di ulteriori imprevisti. E intanto cresce la protesta di vari ricercatori italiani, che chiedono al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di ”chiudere questo grave scandalo”. Dall’altro lato ci sono invece i malati che chiedono di accedere al metodo. In prima linea i genitori della piccola Sofia, la bimba fiorentina di 3 anni e mezzo affetta da una grave patologia degenerative e alla quale sono state effettuate tre infusioni secondo il protocollo Stamina. Per mostrare i progressi fatti dalla piccola, i genitori hanno postato sulle loro pagine Facebook due video della piccola. E’ la testimonianza, commenta il padre, Guido De Barros, che ”stiamo recuperando un po’ di terreno alla malattia”.
Tra le polemiche, dunque, l’iter verso i test prosegue. Il ”12 luglio – spiega Vannoni – incontreremo tutto il Comitato scientifico e in quell’occasione cominceremo a discutere delle nostre richieste”. Cinque le richieste avanzate dal presidente di Stamina Foundation, ideatore del metodo di cura a base di cellule staminali mesenchimali, travolto anche dall’accusa avanzata da alcuni scienziati della presenza di sponsor e interessi economici dietro il ‘caso Stamina’. La prima, rileva, e’ che ”la metodica standardizzata non venga modificata”. Ed ancora: ”che la produzione delle cellule staminali avvenga in un solo laboratorio; che si utilizzino per le infusioni e le valutazioni due ospedali in prossimita’ del laboratorio di produzione; che venga nominato un organismo di controllo terzo a livello internazionale; che la scelta delle patologie su cui effettuare la sperimentazione competa a Stamina”. Abbastanza fiducioso Vannoni: ”Da parte dell’Iss – sottolinea – c’e’ stata una apertura al dialogo e quindi speriamo di arrivare ad un punto di incontro”.
Ma parte della comunita’ scientifica continua a contestare l’avvio della sperimentazione: ”Sono mesi che la comunita’ scientifica e medica internazionale e nazionale chiede conto di quanto stesse succedendo in Italia, e di cosa si stesse facendo ai malati italiani”, rileva Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio cellule staminali dell’universita’ di Milano.
”Speriamo che il ministro Lorenzin dia nuova prova della sua lucidita’ e determinazione e chiuda definitivamente questo scandalo assurdo e grave”, osserva Paolo Bianco, dell’universita’ Sapienza di Roma.
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