«La scelta di Papa Francesco resa nota ieri di abolire l’ergastolo dal codice penale Vaticano è un esempio che dovrebbe seguire anche l’Italia, impegnata com’è ad affrontare l’emergenza carceri» sostiene Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.
«Il mantenere una persona in carcere per tutta la vita contraddice palesemente l’obiettivo sancito dalla Costituzione italiana di puntare alla rieducazione del condannato. Inoltre è uno spreco assurdo di risorse: perché mantenere per tutta la vita una persona, con costi altissimi, anziché darle la possibilità di riparare al male commesso rendendosi utile per la società?».
Non si tratta di sogni, secondo Ramonda, ma di possibilità concrete e dimostrabili. «Nelle nostre CEC comunità educative per condannati e nelle nostre case famiglia abbiamo oltre 300 persone provenienti dal carcere. Alcune hanno commesso reati gravissimi, ma si sono pentite e rinascono quando viene data loro la possibilità di dimostrare che hanno qualcosa di buono da dare. E i dati parlano chiaro: se il 75/80% di chi esce dal carcere torna poi a delinquere, da noi la recidiva si riduce al 12%».
«La riforma del sistema carcerario conclude Ramonda deve partire da queste esperienze concrete, che dimostrano come unalternativa economica ed efficace sia davvero possibile».
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