La quotidianità ci porta a non prestare la giusta attenzione a quelle piccole, almeno in apparenza, cose, che invece se correttamente osservate possono servire a ridurre i rischi per noi stessi e per la collettività.
In tal senso, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una delle questioni più dibattute fra gli esperti della sicurezza alla guida e non solo, è l’utilizzo di calzature apparentemente più comode e leggere come ciabatte, zoccoli e infradito che nella stagione estiva prendono il posto, già con i primi caldi, delle scarpe invernali meno confortevoli, ma almeno in apparenza più sicure.
E non si tratta di una questione che riguarda solo le donne, anche se un’indagine realizzata da Motori.it e DireDonna, ha stabilito che nel periodo estivo ben il 53% delle esponenti del gentil sesso si mette al volante della propria auto indossando infradito o modelli simili, ma anche molti uomini ormai utilizzano con frequenza questo tipo di calzature, specie quando si dirigono verso le spiagge e le località balneari.
Si tratta di un fenomeno di costume che, peraltro, non risulta vietato almeno a partire dal 1993, ossia con l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada, che ha consentito la possibilità di mettersi al volante con calzature non chiuse sul retro o addirittura a piedi nudi, a patto però che ciò non comprometta la sicurezza necessaria. In tal senso, soggiunge proprio l’articolo 140 del Codice della Strada che regolamenta elasticamente la materia stabilendo che “gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”, senza quindi prescrivere alcuna precisa dotazione e lasciando, dunque, un certo margine di libertà all’automobilista.
Ciò non vuol dire che ci si può mettere alla guida come si vuole senza tenere conto che una scarpa più comoda, ma meno modaiola possa essere determinante per evitare rischi per sé e per gli altri. Se per esempio, si rimane coinvolti in un sinistro la mancanza di scarpe chiuse potrebbe essere considerata come un elemento di concorsualità in termini di responsabilità, con effetti negativi sui risarcimenti da parte delle assicurazioni e con un minimo rischio di essere sanzionati dalle forze di polizia stradale per violazione del citato articolo 140 per aver concorso o causato un sinistro a causa della non corretta “dotazione” d’abbigliamento.
Nonostante questi rischi, secondo le statistiche, le donne continuano a calzare tacchi a spillo vertiginosi, ma anche ciabatte alla guida e in quest’ultima tendenza superano di gran lunga i maschi. Dall’indagine evidenziata, infatti, gli uomini preferiscono guidare con sneakers o scarpe chiuse per poi cambiarsi e indossare le infradito raggiunta la destinazione.
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