“Chiederò la fine del comissariamento per restituire alla classe dirigente abruzzese, che ha operato in modo virtuoso, la dignità che merita”. Queste le parole del Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, nel corso di un incontro con la stampa, svoltosi ieri a Pescara, in cui hanno partecipato anche il subcommissario, Giuseppe Zuccatelli, il direttore regionale della Sanità, Maria Crocco, il presidente della Commissione consiliare, Nicoletta Verì, e il capogruppo in Consiglio regionale, Lanfranco Venturoni.
Secondo Chiodi, in tre anni di Piano di rientro, “con risultati che vanno ben oltre le previsioni più rosee, si può procedere per il futuro attraverso forme ordinarie di gestione”. La fine del commissariamento, nel ragionamento di Chiodi, farà decadere anche alcuni automatismi ad esso legati come l’aumento della pressione fiscale e la indisponibilità a far uso di risorse finora accantonate. “Chiederò a questo punto la riduzione del prelievo fiscale e l’autorizzazione a disporre pienamente dei fondi accantonati” Il perseguimento dell’equilibrio economico, il rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea), la realizzazione degli adempimenti previsti dall’intesa del 23 marzo 2005, che ha comportato lo sblocco di una quota premiale pari a 382 mln di euro, costituiscono le ragioni fondanti per chiedere la “cessazione del commissariamento”
Il punteggio assegnato all’Abruzzo, nel corso dell’ultimo tavolo di monitoraggio è di 150, mentre è 160 il punteggio che nella Griglia LEA equivale all’adempienza per le Regioni. “Ci siamo quasi – ha detto Chiodi – il completamento della rete delle cure palliative con l’apertura dell’ultimo hospice dell’Aquila entro l’anno, comporterà l’assegnazione di 11 punti, grazie alla operatività di tutti i 72 posti letto previsti dal Piano di rientro, sui 55 finora attivati”. Il subcommissario Giuseppe Zuccatelli, nel prendere atto dei trend di crescita dell’Abruzzo sui Lea – si era partiti nel 2009 con un punteggio di 122 – ha spiegato che “bisogna elevare ancora la qualità. Sui 44 livelli previsti per la valutazione, in dieci di questi l’Abruzzo mostra criticità e si tratta, tra gli altri, degli hospice, dei punti nascita, della cronicità e l’adeguamento degli screening”. Sia Chiodi che Zuccatelli hanno detto di “voler lavorare ancora con impegno per dare risposte ai cittadini sul piano della rete dell’emergenza (infarti, ictus e grandi traumi), della prevenzione sui luoghi di lavoro, e sulla cronicità”. La spesa totale per l’erogazione dei Lea nel 2012 rispetto a quella del 2008 è stata di 72 milioni di euro in più e di 179 milioni in più l? investimento per la medicina del territorio. Rispetto al 2008, per l’emergenza sanitaria territoriale sono stati spesi 15 milioni in più, per l’assistenza specialistica ambulatoriale ben 95 milioni in più, di cui quasi 23 milioni per la diagnostica. “Queste cifre – ha aggiunto Chiodi – dimostrano ancora una volta che l’equilibrio finanziario è stato ottenuto senza fare tagli ma spostando le risorse sulla medicina territoriale”. In generale, i costi interni che comprendono il personale, i prodotti farmaceutici e i beni e i servizi sono aumentati del 4,50 per cento rispetto al 2008, si sono ridotti invece i costi per i privati del 4,05 per cento e la farmaceutica convenzionata del 18,70 per cento.
Chiodi ha ricordato che l’equilibrio finanziario è stato ottenuto senza introdurre ticket aggiuntivi: “l’unico, di 10 euro, è stato introdotto dallo Stato”.
Nel corso dell’incontro, Zuccatelli ha dato notizia, dopo il vertice con i sindacati e i proprietari delle strutture ex art. 26, di gettare le condizioni di un tavolo tecnico che discuta a valere sul secondo semestre 2013, sul reale fabbisogno dell’area riabilitativa, alla luce del taglio governativo di 1 miliardo al Fondo sanitario nazionale. Si è deciso di apportare una rettifica al decreto 51, che è stato oggetto di polemiche in questi giorni, mantenendo per i primi sei mesi del 2013 lo stesso budget dello scorso anno e di applicare il nuovo per il resto dell’anno.
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