In preoccupante aumento in casi di violenza domestica a Torino. I dati sono stati diffusi dagli ospedali torinesi San Giovanni in Bosco e Maria Vittoria che, rispettivamente dallo scorso luglio e dal 2009, hanno adottato un codice “rosa” di pronto soccorso per le vittime di aggressione. Il nuovo codice di triage (termine tecnico che indica un sistema di suddivisione secondo classi di infortuni) indirizza automaticamente gli assistiti alle cure dell’equipe antiviolenza attiva dal 2009 all’interno della Asl Torino 2, che gestisce e coordinata l’iniziativa e alla quale entrambi gli ospedali fanno riferimento. All’interno dell’equipe prestano servizio numerose figure professionali – tra le quali ginecologi, pediatri, chirurghi, medici d’urgenza, internisti, radiologi, psicologi, infermieri e assistenti sociali- che lavorano in sinergia per supportare le vittime, coordinandosi con le forze dell’ordine, le associazioni territoriali e una casa protetta convenzionata con l’Asl per i casi di impossibilità di rientro al domicilio.
Stando ai dati raccolti dai due centri, le zone servite starebbero registrando una crescita esponenziale dei casi di aggressione e maltrattamento: “Nel primo semestre 2013 – spiega Teresa Emanuele, Coordinatrice Equipe Antiviolenza Asl TO 2 – nei Pronto Soccorso dell’Asl TO 2 sono stati seguiti già oltre 200 casi, contro i 182 registrati in tutto il 2012. Si tratta soprattutto di aggressioni da parte del marito o del convivente; in alcune donne, oltre al classico maltrattamento fisico, abbiamo assistito anche a casi di maltrattamento con privazione del sostegno economico”.
“La maggioranza delle donne assistite risultano italiane – precisa Antonio Sechi, Direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni Bosco – nella fascia di età tra i 21 e i 60 anni e presentano un quadro di media gravità, con una prognosi fino a 10 giorni. Giungono al Pronto Soccorso dei nostri ospedali in qualsiasi fascia oraria di qualunque giorno della settimana”.
Ma il fenomeno non sembra riguardare le sole donne, a conferma di una situazione più sfaccettata di come si tende a immaginarla. “Si è però delineato – continua Sechi – anche un aumento di episodi di violenza su vittime di sesso maschile, il 10 per cento dei casi soccorsi nella nostra Asl. Nello specifico, si è trattato di veri e propri maltrattamenti in famiglia da parte di mogli, figlie, sorelle. In un caso, addirittura, abbiamo assistito una coppia di coniugi ultrasettantenni maltrattati dal figlio”. (amstorto)
Maltrattamenti domestici, vittime in crescita anche tra gli uomini
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