Dogane e la polizia tributaria sequestrano annualmente decine di milioni di sigarette contraffatte, che com’é noto, possono essere anche più pericolose per la salute dei consumatori. Le statistiche per l’anno 2012 hanno confermato che il mercato del falso tocca ogni settore del commercio dove si possono fare ancora guadagni che anzi, con la crisi, aumentano per i prodotti contraffatti perché l’italiano medio non rinuncia alla griffe anche se taroccata. L’anno scorso, sarebbero stati bloccati profumi o cosmetici contraffatti alle dogane per una cifra pari a più del doppio rispetto al 2011, come pure capi di abbigliamento e accessori, orologi e gioielli, giocattoli per bambini o farmaci, prodotti alimentari, tutti contraffatti e quasi tutti provenienti dai mercati asiatici. Con l’avvento dell’estate, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, aumentano anche le vendite al dettaglio di questi prodotti perché le spiagge e le giornate più lunghe consentono un incremento delle vendite certamente superiore alle medie invernali.
Il problema, però, per arginare il fenomeno che tanto danno fa alla tipicità dei nostri prodotti e alle industrie di ogni settore impegnate a far valere i propri marchi, non sono tanto i dettaglianti, giacché le sanzioni previste dalla legge sono diventate sempre più pesanti e gravose per chi vende al pubblico tali beni, ma é la facilità con cui continuano a giungere sul mercato interno i prodotti contraffatti che riescono ancora ad eludere le dogane e i controlli all’interno dell’area Ue dove di frontiere fisiche non ce n’è più. É un fiume in piena che é difficile da contenere, ma che solo una politica comunitaria e non solo italiana dei controlli più accorta potrà disincentivare.
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