Aggressione al made in Italy gastronomico, ”27 clan con le mani in pasta”

Le produzioni agroalimentari di qualità, l’olio extravergine d”oliva e il vino da contraffare con cui invadere i mercati. Anche i simboli per eccellenza del made in Italy sono da sempre sotto attacco della criminalita” ambientale. . La denuncia arriva da Legambiente durante la manifestazione nazionale che si svolge a Rispescia (Gr) fino a domenica prossima. Secondo il […]

Le produzioni agroalimentari di qualità, l’olio extravergine d”oliva e il vino da contraffare con cui invadere i mercati. Anche i simboli per eccellenza del made in Italy sono da sempre sotto attacco della criminalita” ambientale. . La denuncia arriva da Legambiente durante la manifestazione nazionale che si svolge a Rispescia (Gr) fino a domenica prossima. Secondo il Rapporto Ecomafia di Legambiente, nel 2012, grazie al lavoro svolto dal Comando Carabinieri per la tutela della salute, dal Comando Carabinieri politiche agricole, dal Corpo forestale dello stato, dalla Guardia di finanza e dalle Capitanerie di porto “sono state accertati lungo la filiere agroalimentari ben 4.173 reati penali, piu” di 11 al giorno, con 2.901 denunce, 42 arresti e un valore di beni finiti sotto sequestro pari a oltre 78 milioni e 467.000 euro (e sanzioni penali e amministrative pari a piu” di 42,5 milioni di euro)”.
Se si aggiungono anche il valore delle strutture sequestrate, dei conti correnti e dei contributi illeciti percepiti si superano i “672 milioni di euro”. Per tutelare il made in Italy, a Festambiente, la manifestazione nazionale di Legambiente che si svolge a Rispescia nel grossetano e” in funzione il ristorante vegetariano piu” grande d”Italia con oltre 20 piatti serviti quotidianamente in stile mediterraneo, fatti con prodotti di prima qualita” e biologici, con lavorazioni calibrate e un”attenzione al territorio, preparati dallo chef internazionale Giuseppe Capano con prodotti sani, saporiti e di filiera corta.
Non solo contraffazioni, secondo il Rapporto Ecomafia di Legambiente: a tavola e’ seduto il gotha delle mafie. “Sono 27 clan censiti con le ”mani in pasta”, dai Gambino ai Casalesi, dai Mallardo alla mafia di Matteo Messina Denaro, dai Morabito ai Rinzivillo. La scalata mafiosa spesso approda nella ristorazione, dove gli ingenti guadagni accumulati consentono ai clan di acquisire ristoranti, alberghi, pizzerie, bar, che anche in questo caso diventano posti ideali dove ”lavare” denaro e continuare a fare affari”. Infatti, “alle recenti inchieste e dei sequestri di beni, si e” stimato in almeno 5.000 il numero dei locali nelle mani della criminalita”, fra ristoranti, pizzerie, bar, intestati perlopiu” a prestanome e usati come copertura per riciclare i soldi sporchi.
Una conferma arriva anche dal numero di aziende che operano nella ristorazione e nell”alberghiero, confiscate con sentenza definitiva al 31 gennaio 2012: sono ben 173 pari al 10% di tutte le imprese sottratte ai clan. Ma nel settore agroalimentare non operano, come e” ovvio, solo i clan. Sono sempre tante le storie che danno il solito spaccato di un”imprenditoria truffaldina e pericolosa che viaggia al contrario di come si converrebbe, decisa a calpestare ogni legge per bieco fine di lucro. A costo di mettere a rischio la salute degli ignari cittadini”. Ad esempio, “olio lampante, cioe” non commestibile, viene spacciato per ”squisito” extra vergine d”oliva, mozzarelle di bufale fatte senza alcuna licenza e principio di igiene, quintali di carne scaduta e preparati per pastella e panatura stoccate nel magazzino aziendale e destinate a prodotti di friggitoria contaminate da escrementi di topo e di volatili, e cosi” via all”infinito, in un crescendo di crimini consumati sul cibo che arriva sulle nostre tavole e che lascia sgomenti- conclude Legambiente- a questi si aggiunge il lungo campionario di contraffazioni, adulterazioni, sofisticazioni e truffe, che colpiscono soprattutto i marchi a denominazione protetta, il vanto dell”enogastronomia di qualità.

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