E’ stato presentato sabato scorso alla cittadinanza, dal Sindaco di Isola del Gran Sasso, Alfredo Di Varano, dal Presidente dell’Ente Parco, Arturo Diaconale, dal Direttore Marcello Maranella e dal progettista Luigi Santarelli, il Parco Faunistico del Gran Sasso d’Italia, ovvero, delle due aree faunistiche previste, quella che sorgerà nel territorio di Casale San Nicola, sotto il “Paretone”, recuperando e riqualificando tutta l’area del villaggio Cogefar, costruito all’epoca della realizzazione del traforo.
La platea ha seguito con emozione l’illustrazione del progetto, che proprio a partire dalla bonifica strutturale ed ambientale delle “baracche” ed altre costruzioni obsolete e degradate, disegna un percorso di visita avvincente e articolato, con aree destinate al parcheggio e alla sosta, percorsi sopraelevati di osservazione degli animali, spazi museali e per l’educazione ambientale, aree di gioco e di ristoro, servizi e così via. Estese porzioni di bosco ospiteranno diverse specie di flora appenninica: lupo, orso, lince, camoscio, capriolo, cervo e un’altra area, naturalmente vocata per la presenza d’acque, ospiterà le specie tipiche delle zone umide. Non mancherà la fauna domestica, con l’allestimento di una fattoria didattica, per facilitarne la conoscenza specie ai più piccoli. Per tutti gli aspetti tecnici legati alla gestione delle specie animali in condizioni di semilibertà ci si avvarrà della collaborazione del Bioparco di Roma, con il quale esiste già una convenzione.
Il Sindaco Di Varano ha parlato con passione del progetto, definendolo «occasione unica di sviluppo sostenibile». Alla cui realizzazione il Comune parteciperà attivamente destinando le somme derivanti da un cospicuo risarcimento ottenuto dall’ANAS proprio in ragione delle gravi forme di inquinamento e degrado procurati al paesaggio. «Naturalmente – ha specificato Di Varano – con quel denaro faremo prima di tutto un monumento, a ricordo delle tante, troppe, vittime del traforo, ma sono certo – ha continuato – che il Parco Faunistico sarà il miglior monumento che quei morti potranno mai avere: lo sviluppo del paese e un futuro per le loro comunità».
Una passione condivisa dal Presidente Diaconale che ha raccontato la genesi del progetto, nato nel dopo terremoto, riflettendo su che cosa il Parco potesse fare per contribuire a rimettere in moto l’economia del territorio. Di qui la sana “follia” di un progetto, forte solo di intelligenza, valenza ambientale e piena sostenibilità, che potrà da subito dare lavoro a una ottantina di persone, richiamando visitatori dalla Capitale ma anche da tutta Italia e dall’estero, ed intercettando i flussi turistici verso il Santuario di San Gabriele e la costa abruzzese, per non parlare del turismo scolastico, in risposta alla cui domanda il progetto è conformato.
Il Direttore Maranella ha sottolineato la preziosa sinergia tra tecnici esterni ed interni dell’Ente, che hanno lavorato insieme per ottenere la più piena sostenibilità e compatibilità del progetto con le norme di tutela incarnate dal Parco ed ha ricordato il grande spirito di coesione che esso ha generato a livello politico e civile. Ora, evasi tutti i passaggi burocratici e ricevuto l’ok del Ministero, il progetto potrà prendere avvio, tra qualche mese, con la bonifica delle aree interessate. Contestualmente, la nascita di una fondazione renderà più spedite le procedure amministrative velocizzando i tempi di realizzazione della grande opera.
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