Felice Festa dell’Assunta! Il 15 Agosto 2013 è la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo

“L’Immacolata, Regina del Cielo, deve essere riconosciuta, e al più presto, quale Regina di tutti gli uomini e di ogni singola anima in ambedue gli emisferi della terra. Da questo, osiamo affermare, dipende la pace e la felicità delle singole persone, delle famiglie, delle nazioni, dell’umanità”(San Massimiliano M. Kolbe). Felice Festa dell’Assunta! È Ferragosto AD […]

“L’Immacolata, Regina del Cielo, deve essere riconosciuta, e al più presto, quale Regina di tutti gli uomini e di ogni singola anima in ambedue gli emisferi della terra. Da questo, osiamo affermare, dipende la pace e la felicità delle singole persone, delle famiglie, delle nazioni, dell’umanità”(San Massimiliano M. Kolbe). Felice Festa dell’Assunta! È Ferragosto AD 2013, è la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo. È la festa della Madre di Dio, Assunta al Cielo in anima e corpo. È la festa di mezza estate, tra il religioso (di precetto) e il civile, che ci permette di immaginare le realtà invisibili del Paradiso e della nostra fede, oserei dire, quasi fossero già presenti sulla Terra. Credenti e non, insieme, riflettono e ravvivano la loro umanità assopita dagli affanni della vita quotidiana vissuta tutto l’anno di corsa e spesso priva di punti di riferimento e di orientamento in un mondo sempre più globalizzato, informatizzato, povero e infelice. Sono cinque mesi dal giorno dell’Elezione di Papa Francesco. “Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli”(Cost. Dogmatica “Lumen Gentium”, n° 23). La gentilezza e la tenerezza di Papa Bergoglio sono un segno del Cielo. La Madre di Dio ci indica, nel suo giorno, il cammino verso il Cielo, cioè la strada da seguire e il destino che ci attende. Strada e destino che in Lei sono pienamente realizzati da quasi duemila anni terrestri. E che noi dobbiamo faticosamente conquistare, qui e ora, aiutandoci a vicenda per (far) vivere bene il presente che scorre via veloce, combattendo l’eresia e insegnando la Verità. Maria Santissima abbatte lo spread tra il Cielo e la Terra. La Madre di Gesù ci chiama in Paradiso. Legata alla tradizione popolare delle feste patronali, diffuse su tutto il territorio nazionale italiano, la festa dell’Assunzione di Maria Santissima è la solennità mariana, liturgica, cattolica ed ortodossa, da non confondere però con la Dormizione di Maria. L’Assunzione di Maria è festeggiata da 63 anni nel calendario cattolico il 15 Agosto e nella stessa data la Chiesa ortodossa e la Chiesa apostolica armena celebrano la festa della Dormizione di Maria. Laicamente il 15 Agosto (mese dedicato dagli antichi Romani al grande imperatore Augusto) coincide con il culmine delle ferie per milioni di lavoratori italiani che, in piena crisi economico-finanziaria globale (la più grave dal 1945), avrebbero preferito il meno costoso mese di Luglio. Si rinnova il 15 Agosto di ogni anno in tutto il mondo cristiano-cattolico il tradizionale appuntamento. Per i tantissimi fedeli, una giornata assolutamente da valorizzare. Sono 24 ore speciali nelle quali il credente chiede a Dio onnipotente ed eterno che ha assunto alla gloria celeste, in corpo ed anima, l’Immacolata Vergine Maria, Madre del Suo Figliolo, di concederci di essere sempre protesi verso le cose celesti, onde meritare di essere partecipi della sua gloria. “La solennità del 15 Agosto – scrive Paolo VI nell’Esortazione Apostolica “Marialis Cultus” – celebra la gloriosa Assunzione di Maria al cielo; è, questa, la festa del suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo risorto; una festa che propone alla Chiesa e all’umanità l’immagine e il consolante documento dell’avverarsi della speranza finale: che tale piena glorificazione è il destino di quanti Cristo ha fatto fratelli. [La] devozione verso la Vergine Maria…rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui al posto singolare, che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per Lei. […] Del resto…le varie forme di devozione verso la Madre di Dio…si sviluppano in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo. La riflessione della Chiesa contemporanea sul mistero del Cristo e sulla sua propria natura l’ha condotta a trovare, alla radice del primo e a coronamento della seconda, la stessa figura di Donna: la Vergine Maria, Madre appunto di Cristo e Madre della Chiesa. E l’accresciuta conoscenza della missione di Maria si è tramutata in gioiosa venerazione verso di lei e in adorante rispetto per il sapiente disegno di Dio, il quale ha collocato nella sua Famiglia – la Chiesa –, come in ogni focolare domestico, la figura di Donna, che nascostamente e in spirito di servizio veglia per essa e benignamente ne protegge il cammino verso la patria, finché giunga il giorno glorioso del Signore”. Le celebrazioni religiose in Abruzzo si dipanano dai santuari medievali della Val Vomano, della Val Tordino, della Val Fino e della Val Vibrata, da Santa Maria di Ronzano a San Giovanni ad Insulam, da Santa Maria di Propezzano, a San Clemente Vomano, al Santuario della Madonna delle Grazie di Teramo, al Santuario della Madonna dello Splendore a Giulianova, alle numerose chiese dedicate al culto della Santissima Vergine Maria sparse sul territorio abruzzese. Dove si eleva l’inno di gioia, ringraziamento e partecipazione di migliaia di fedeli cristiani e cattolici, alla Santissima Madre di Dio, suprema Protettrice di questa nostra povera Terra. Tutti i devoti della Madonna lo sanno benissimo. Che senso avrebbe altrimenti la grande processione in mare della Madonna del Porto Salvo (Protettrice di tutti i marinai) a Giulianova Lido, con decine di imbarcazioni e migliaia di partecipanti? È solo folclore, è solo cultura, è solo partecipazione di massa, è solo socio-antropologia? No, è un’espressione della devozione ad una Persona realmente presente tra di noi, la Vergine Santissima! Non per nulla la Chiesa celebra nel giorno del Ferragosto l’Assunzione della Madonna in Cielo. La liturgia cattolica dell’Assunzione di Maria Santissima propone, durante la Messa, la prima lettura tratta dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni apostolo (11,19a;12,1-6a.10ab); la seconda lettura tratta dalla Prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (15,20-27a) e il brano evangelico di Luca (1,39-56). La “donna vestita di sole” è figura dell’Immacolata, assunta in Cielo. La Vergine Maria è rivestita della luce di Cristo, Sole di Giustizia e Verità. Con le dodici stelle sul capo, che indicano le Sue eccelse virtù, Maria ha ricevuto la grazia sublime di salire al Cielo tutta bella e pura, in anima e corpo. Privilegio assoluto concesso soltanto a Lei, la più umile terrestre, dopo la Risurrezione del Figlio. Maria è Colei che ha generato Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, e sul Calvario, con dolori terribili, le membra del Redentore e della Chiesa. Il drago rosso è Satana che, in servizio permanente effettivo nella storia dell’umanità, vorrebbe ostacolare l’opera della Redenzione, ma viene sconfitto da Gesù. Cristo, risorto ed asceso al Cielo, libera l’uomo dal potere del diavolo infernale e, nella Nuova Alleanza, con l’Eucarestia riapre ai terrestri le porte del Paradiso. Tutto ebbe inizio con il peccato di Adamo contro Dio. In quanto progenitore dell’umanità, Adamo ha trasmesso il peccato originale e le sue devastanti conseguenze (malattie, vizi e morte) a tutti gli uomini nel corso dei millenni. Gesù Cristo, con la sua gloriosa Risurrezione, ha distrutto la morte ed ottenuto dal Padre la risurrezione futura di tutti i redenti, membra del Suo Corpo Mistico. Con la seconda venuta di Cristo sulla Terra, nella Gloria, alla fine dei tempi, si inaugurerà il Regno eterno di Dio e della Sua Santa Chiesa, in quanto tutte le potenze del male saranno definitivamente sconfitte. Nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Vangelo propone l’episodio della Visitazione. Il Cantico del Magnificat celebra l’umiltà profonda della Vergine. In questo Inno di lode a Dio, la Madonna mette a confronto la sua piccolezza con le “grandi cose” che l’Onnipotente ha compiuto nella sua anima, rendendola Immacolata, cioè Piena di grazia, e concedendole il singolare privilegio dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo. L’Assunzione l’ha resa ancora più potente nell’intercedere tra Dio e gli uomini, e le ha meritato il titolo di Regina dell’Universo, insieme al Figlio Gesù, Re dell’Universo. Maria è trionfatrice e Corredentrice con Cristo in quanto anche lei ha distrutto la morte grazie al Figlio, schiacciando la testa del serpente. Il Vangelo di Luca non è presentato dalla Chiesa come prova del fatto storico dell’Assunzione di Maria in Cielo, ma solo come un passo ricco di considerazioni sull’altissima dignità della Madre di Dio. Dignità che è il fondamento della sua anticipata e specialissima glorificazione. Al tempo di Gesù, e già da secoli, negli ambienti devoti del giudaismo era in vigore un metodo di riflessione teologica sulla Scrittura, che contemplava i fatti più recenti della storia della salvezza, alla luce dei fatti antichi, la cui interpretazione religiosa era assicurata dai profeti e dal carattere ispirato delle Scritture. Così fecero i primi cristiani per i fatti riguardanti Gesù. È quello che viene fatto per scoprire chi era Maria nella mentalità contemplativa dei giudeo-cristiani e del cristianesimo primitivo. Per scoprire la Verità bisogna capire, infatti, tutte le allusioni contenute nel modo di narrare i fatti nuovi, visti e meditati alla luce degli antichi. Per studiare Maria Santissima occorrerebbero milioni di volumi di teologia. Ma qui giova solo notare che il racconto della Visitazione è strutturato con elementi richiamati dal secondo Libro di Samuele (6,2-11), cioè dal racconto del trasporto dell’Arca dell’alleanza a Gerusalemme, da pare di Davide. In entrambi i casi il viaggio si svolge in Giudea e dà luogo alle stesse manifestazioni: alla gioia del popolo di Gerusalemme fa riscontro la gioia di Elisabetta, madre di Giovanni Battista. Ai balzi di Davide corrisponde il balzo del piccolo Giovanni nel materno di Elisabetta. Vi è l’assimilazione tra la potenza dell’Altissimo che adombra Maria Santissima al momento dell’Annunciazione e la nube che adombrava l’Arca dell’alleanza come segno della presenza di Dio venuto sulla Terra ad abitare in mezzo al suo popolo eletto. Non solo. L’idea direttrice dei primi due capitoli di Luca è che Gesù è il Signore che sale verso il suo tempio. Maria che lo porta, è presentata come la nuova Arca dell’alleanza e l’episodio della Visitazione è una tappa del viaggio ascendente. Come l’Arca fu introdotta nella casa del pio israelita, così Maria entra nella casa di Zaccaria. In entrambe le case la presenza dell’Arca e di Maria sono fonte di Benedizione. Non è un caso. Non è una coincidenza. È la prova della presenza di Dio sulla Terra fin dalla Creazione. “Come può essere che l’Arca del Signore venga a me?” – dice Davide (2 Sam. 6,9). Domanda che coincide precisamente con le parole di Santa Elisabetta:“A che debbo che la madre del mio Signore venga a me”. Luca suggerisce l’identificazione filologica di Maria e dell’Arca, ma il fatto che Maria restò nella casa di Elisabetta circa tre mesi, assicura l’obiettività storica dell’evangelista. Luca, nel procedimento simbolico messo in opera, non illustra dei simboli o delle formule, bensì cristallizza sul vivo (nell’avverbio “circa”) il suo rispetto per i dati storici. Certamente Luca arrotonda la cifra per sottolineare l’importanza dell’evento (e la sua coincidenza) scrupolosamente registrato. Luca non inventa, ma stilizza. Il vangelo della Visitazione è stato applicato alla festa dell’Assunta per richiamare alla memoria di tutti il grande “disegno” divino nel quale siamo immersi. L’Arca dell’alleanza, che conteneva la Parola di Dio espressa nel Decalogo consegnato a Mosè, era formata di legno incorruttibile, ricoperto d’oro, e sul coperchio d’oro puro il “propiziatorio”, sormontato dai cherubini, risiedeva, invisibile, la maestà di Dio. Il grande regista Stephen Spielberg ha provato a filmarla nel primo kolossal dedicato al celebre archeologo Indiana Jones. Così Dio, che siede sui cherubini, custodiva la sua stessa Parola. L’Arca era il santuario portatile multimediale che accompagnò Israele dalle origini alla costruzione del tempio, dove venne infine collocato. Quest’oggetto santissimo e potentissimo non poteva essere toccato da mani profane ed era diffusa la convinzione tra gli antichi ebrei che, sfuggito alla distruzione del tempio, rimanesse intatto in luogo nascosto. Chissà, forse teletrasportata istantaneamente. Molti la stanno cercando da secoli. Altri sono convinti di averla trovata. Pochi credono di custodirla. Ma, in modo ben più reale ed efficace, Maria Santissima è ancora più santa e potente in quanto Corredentrice e portatrice della Parola di Dio tra gli uomini. Una Parola non più cristallizzata in pergamene e rotoli di papiro. Ma una Parola creatrice e salvatrice, scritta nei cuori, che si rivelerà fonte di inesauribili grazie nei secoli dei secoli. Come l’antica Arca, Maria, nuovo “propiziatorio”, fu preservata dalla corruzione. Quella carne sempre pura, che non fu sfiorata dal peccato originale adamitico, non doveva essere disfatta nella tomba. Quella carne, da cui era fiorita la carne del Dio incarnato, non doveva avere una sorte diversa dal quella di Gesù che, essendo suo Figlio, divenne il primo dei risorti. Come l’Arca era il segno visibile della presenza di Dio che guidava il Suo popolo peregrinante nel deserto e lo proteggeva efficacemente, così Maria Santissima, esaltata nella gloria, indica agli uomini la via da percorrere per essere al sicuro dai pericoli dell’anima e del corpo (Satana tenta secondo e contro natura, essendo pervertito e pervertitore, come ci ricorda Paolo VI): una via fatta di umiltà, di abbandono a Dio, di accettazione incondizionata della Sua Parola e della Sua Volontà. Quanto ci unisce al popolo ebraico dell’antica alleanza! Il Magnificat assume nella Chiesa di Cristo una profondità nuova. Questo cantico descrive i sentimenti di Madre di Dio, che recitiamo nella preghiera dell’Ave Maria. In occasione della Festa dell’Assunta, negli scritti di San Massimiliano Kolbe c’è un brano bellissimo, a tratti struggente, col quale il santo vuole rassicurare l’umanità sull’amore che ci porta la Madonna. Scrive San Massimiliano Kolbe:«Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che i paradiso…il paradiso…si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa. Coraggio, dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore. Inoltre, non date retta al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso esiste, ma non per voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un’ombra. Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l’Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l’abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”, magari con l’anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E quanto più l’anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione. Ma non affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla volontà. Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una mesta nostalgia, una supplica, un lamento…:“Chissà se l’Immacolata mi ama ancora?”. Figli amatissimi! Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione. Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome»(Hong Kong, 13-IV-1933). Le prime indicazioni sull’Assunzione di Maria risalgono al periodo compreso tra la fine del Secolo Quarto e la fine del Quinto. Santo Efrem il Siro sostiene che il corpo di Maria non ha subito corruzione dopo la morte. Nel IV Secolo, Timoteo di Gerusalemme scrive che la Vergine è rimasta immortale perché il Cristo l’ha trasferita nei luoghi della sua ascensione. Sant’Epifanio sostiene che la fine terrena di Maria fu piena di prodigio e che quasi certamente la Vergine possedeva già con la carne il Regno dei cieli. Il dogma cattolico è stato proclamato dal papa Pio XII, il 1º Novembre 1950, anno santo, attraverso la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus (Dio generosissimo):“Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”(cf. Catechismo Chiesa Cattolica, n. 966). Per la Chiesa, l’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio personale e universale. Questo è il cuore della Fede. I cristiani ortodossi ed armeni celebrano la Dormizione (dormitio) di Maria che sarebbe stata assunta in cielo dopo la morte. Tuttavia, né la Dormizione né l’Assunzione sono un dogma presso gli ortodossi o gli armeni. Semplificando al massimo (i teologi mi perdonino!) la differenza principale tra la Dormizione e l’Assunzione è che la seconda non implica necessariamente la morte. Ma, a rigor di logica, neppure la esclude. La Chiesa anglicana nel 2005 ha dichiarato in un documento della Commissione Internazionale Cattolica Anglicana, di aver accettato l’Assunzione di Maria. Ma non in quanto dogma. Queste ricorrenze ci ricordano che la vita è un dono del Signore. Scrive San Giovanni Damasceno:“Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio”. La Madonna vive nel cuore di ogni sacerdote e religioso di Dio. Nella Chiesa di Cristo nessuna vocazione è santa ed autentica senza l’intercessione di Maria Santissima, senza cioè che Maria lo desideri apertamente insieme al Figlio. Ogni sacerdote e religioso di Dio è figlio di Maria. Si legge nel Tropario della festa della dormizione della beata Vergine Maria:“Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che con le tue preghiere libererai le nostre anime dalla morte”. Giustamente c’è anche il profano a Ferragosto, come vuole la tradizione, per ritemprare i rapporti familiari, sociali e istituzionali. I comunicati stampa abbondano su Internet. A voi la scelta. Feste, fiere, palii, porchetta, birra di malto, vino e leccornie varie fanno da cornice al Ferragosto aprutino insieme ai nostri fratelli Aquilani nella sempiterna memoria delle 309 e più vittime del disastroso terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009 (Mw=6.3) che ricordiamo nelle nostre preghiere. Nonostante l’euromoneta abbia più che dimezzato l’effettivo potere d’acquisto degli Italiani rispetto ai tempi della cara vecchia Lira (ricordate prima dell’Anno Domini 2002?), nonostante la Bandiera europea con le dodici stelle non sventoli sulla Pace nel mondo, come non partecipare? Ferragosto è l’occasione per (far) conoscere i tesori del nostro territorio. Russi, cinesi, argentini, africani, australiani, americani e giapponesi amano l’Italia. Rinomata è la fiera annuale di Ferragosto in onore di Santa Maria di Ronzano, ai piedi del Gran Sasso aprutino, nella valle del Vomano. Come ci ricorda Giovanni Lattanzi, qui “sorge una bella chiesa medievale collocata in posizione isolata su un crinale ai piedi di Castel Castagna; si tratta di Santa Maria di Ronzano, custode di uno dei più importanti cicli di pittura medievale abruzzesi. Il territorio della provincia teramana, come quello di gran parte dell’Abruzzo stesso, è solcato dalle valli scavate dai numerosi fiumi che dalle montagne scendono verso l’Adriatico. Il paesaggio è quindi caratterizzato da questi lunghi percorsi naturali, usati sin dall’epoca dei romani per costruirvi strade di comunicazione tra il mare e le aree interne. Ed è naturale che queste valli, essendo punti di grande transito, abbiano visto sorgere paesi e castelli lungo i loro versanti, così come chiese e monasteri. Una di esse è chiamata la Valle Siciliana e ospita ancora oggi ben quattro meraviglie dell’architettura sacra abruzzese tra le quali Santa Maria di Ronzano, che è anche custode di un capolavoro di pittura medievale”. A Silvi Marina ai festeggiamenti del Ferragosto in onore della Santa Maria Assunta, è sempre grande l’aspettativa di pubblico ogni anno. Il programma religioso comincia già dalla mattina del 15 Agosto quando alle ore 7 i fedeli si recano a Pescara dove dal porto canale partono le imbarcazioni per la solenne Processione in mare della statua della Madonna. Imbarcazioni e pescherecci sfilano fino a Silvi, zona antistante piazza dei Pini, e da qui la Madonna è accompagnata da piccoli battelli fino alla piazza dove si svolge la Santa Messa in suo onore. Questa festa ovunque ha un valore religioso ma anche civico: rappresenta un omaggio al mare, alle sue tradizioni, ai suoi caduti. Ferragosto anche a Castelli dove si ripete il tradizionale lancio del piatto e, a seguire, una prelibata “merenda”(stile Hobbit della Contea, per intenderci) oltre a tanta buona musica per concludere la giornata. Trascorrere il Ferragosto a Castelli può essere l’occasione per visitare la mostra-mercato dell’artigianato artistico castellano. È inoltre possibile ammirare la meravigliosa Chiesa di San Donato. Fu edificata al posto di una precedente cappella agreste, sorta verso la fine del XV secolo, che era stata adornata sul soffitto con mattoni maiolicati. I mattoni originali, rappresentanti figure femminili e maschili, animali e stemmi, sono oggi conservati nel Museo delle Ceramiche. La chiesa come si presenta oggi è stata ricostruita nei primi anni del 1600 e anch’essa adornata con mattoni maiolicati sul soffitto, dipinti secondo lo stile dell’epoca. Il soffitto di questa nuova chiesa, dipinto tra il 1615 e il 1617, è unico nel suo genere sia in Abruzzo che nel resto d’Italia. Sì, ma prima di tutto, a Ferragosto, festa dell’Assunta, ricordiamo il giubilo riconoscente di Maria, il suo sguardo attonito sull’incessante proclamazione di beatitudine, da parte di tutte le genti. Alla luce del mistero della sua Assunzione al Cielo, tutto diventa più chiaro. Possiamo capire quali sono le “grandi cose” che il Signore ha operato in Maria: siamo più fortunati dei primi cristiani! Nel vangelo sono soltanto un’intuizione profetica, ma nel contesto della festa dell’Assunzione, se pensiamo alla glorificazione di Maria ammantata di sole, appaiono oggi in tutta l’immensa portata del loro compimento, cioè capaci di riempire altri milioni di volumi di teologia, sempre nell’umile ricerca della Verità. Tema affrontato a Trogir, in Croazia, dove si è appena concluso il Capitolo generale dei Domenicani. Al centro delle giornate di studio e preghiera soprattutto l’evangelizzazione e la necessità di adeguare le linee di azione dei Domenicani alla luce dei nuovi contesti mondiali. Un impegno importantissimo nell’ambito della celebrazione del giubileo dell’Ordine dei Domenicani (Padri Predicatori di San Domenico) che nel 2016 celebrerà il suo 800.mo anniversario di fondazione, la prima di una lunga serie di date storiche per l’Ordine. “Il giubileo per noi è un’occasione per rendere grazie a Dio prima di tutto per la sua bontà, la sua fedeltà, la sua fiducia – dichiara il Maestro Generale dell’Ordine dei Predicatori, padre Bruno Cadoré – rendere grazie ai nostri fratelli che hanno tramandato questa tradizione bellissima, e allo stesso modo per rendere grazie per la nostra storia. Ma è anche una delle occasioni per tornare alle origini, per una lettura umile della nostre realtà e della nostra storia; quindi di come tener conto degli aspetti positivi e negativi della nostra storia dai quali trarre insegnamento. Umile perché ancora una volta questo giubileo è un’occasione una volta di più di rendersi conto che abbiamo ricevuto una vocazione, siamo stati inviati: non sono nostri i meriti di quello che facciamo. È quindi ritornare ad attingere alla propria fonte e la fonte dell’Ordine è la misericordia di Dio. Questo ritorno alle origini è un’occasione per chiedere nuovamente la fedeltà creatrice al carisma dell’Ordine che è quello di servire la predicazione della Chiesa; valutare nuovamente in che modo siamo inviati per l’annuncio del Vangelo, la fiducia e l’esigenza che questo implica, e novità di questa missione nel mondo di oggi”. Il carisma della predicazione è fondamentale per i Domenicani. Come conciliare questo carisma della predicazione e le esigenze così concrete del mondo attuale? “Un po’ come sempre: quando di tratta di predicare bisogna prima di tutto ascoltare, questo è risultato dal Capitolo generale dell’Ordine. Bisogna dotarsi di strumenti per ascoltare la gente o ascoltare l’appello della gente, le richieste di verità, di autenticità, di felicità. Vorremmo riuscire a dare qualche linea guida di attenzione al mondo d’oggi: come ascoltare il mondo e imparare a comprenderlo? A partire da questi tre punti: dare voce ai più vulnerabili, dare spazio alla comprensione degli aspetti postivi e agli aspetti più rischiosi della secolarizzazione di oggi, e dare spazio, importanza e attenzione al bisogno delle persone di sentirsi considerate”. Perché? “Perché tornare alle nostre origini è riscoprire che uno dei segni importanti che, alla scuola di San Domenico, siamo chiamati a dare – o a cercare di dare – è il segno della comunione. In alcuni luoghi dove i fratelli e le sorelle della famiglia domenicana operano, ci sono popoli indigeni che sono veramente molto emarginati; alcuni gruppi sociali, nel mondo contemporaneo, si sentono molto emarginati. Alcuni gruppi non hanno lo stesso accesso alla cultura, all’istruzione, alla libertà d’espressione. Pensiamo alle popolazioni migranti, ormai un fenomeno generale nel mondo: non sempre hanno l’accoglienza a cui hanno diritto”. In che modo agire? In che modo riservare l’attenzione dovuta, in alcune popolazioni, a coloro che sono meno attivi? “Al mondo ci sono persone che – per diverse ragioni – finiscono per essere meno attive, e in un mondo in cui l’attività e la produttività sono importanti, questi gruppi rischiano di finire tra i dimenticati. Mi sembra anche che in certi ambienti culturali si ritenga importante dare importanza alla voce delle donne, alla speranza dei giovani nella costruzione di un mondo nuovo: tutte voci che hanno valenze differenti, secondo le diverse culture, ma che tutte meritano l’attenzione di tutti”. San Domenico e Maria Santissima, insieme, salvarono la Chiesa dalle eresie medievali che ancora oggi ammorbano il mondo libertino che offende e uccide le menti dei più giovani. “Maria con il suo materno amore – afferma la Costituzione dogmatica Lumen Gentium (n.62) del Vaticano II – si prende cura dei fratelli del Figlio suo, ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni. Per questo è invocata dalla Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice e mediatrice, senza nulla detrarre o aggiungere alla dignità e all’efficacia del mediatore unico, il Cristo”. Il 15 Agosto di ogni anno si celebra Maria Assunta in Cielo e ammantata di sole. È lei la nuova incorruttibile Arca dell’alleanza che porta e rende presente Dio nelle nostre vite. È in forza di Cristo, che Maria opera nel mondo. La sua vittoria sul peccato e sulla morte è totale. La vittoria di questa creatura “benedetta tra le donne” è presagio e anticipo sicuro della nostra stessa vittoria e della nostra stessa glorificazione. Maria è la Forza dell’Ordine dei Predicatori. Maria, maestra di Cristianesimo, chiama tutti in Cielo. Basta la parola: Maria.

© Nicola Facciolini

PREGHIERA DI S. S. PIO XII A MARIA SANTISSIMA ASSUNTA
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini!
Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l’anelito della nostra devozione e del nostro amore. Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l’umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell’anima vostra nel contemplare faccia a faccia l’adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell’anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo fin da quaggiù a gustare Iddio, Iddio solo, nell’incanto delle creature. Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che Voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio; e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale. Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria. Noi crediamo infine che nella gloria, ove Voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, Voi siete, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. (Pio Pp. XII)

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