Slitta il progetto di governo sul pubblico impiego e quindi anche l’approvazione della bozza del Dl per misure urgenti su “obiettivi di razionalizzazione”, di un nuovo taglio del 20%, rispetto alla spesa del 2012, per auto blu e consulenze, mentre né slitta né tantomeno salta il progetto “trasversale” per salvare Silvio Berlusconi, con Mario Mauro, ministro della difesa, che torna a proporre lo strumento ‘straordinario’ per scongiurare la crisi e un ennesimo periodo di incertezza per l’Italia.
Tutto il Pdl, da Bondi a Cicchitto, con falchi e colombe riunite, plaude, mentre la Cancellieri propone non proprio un accordo, ma un “un atto di realismo, per ripristinare il senso dello stare insieme, che al momento non e’ nelle corde naturali del centrodestra e del centrosinistra, ma e’ qualcosa cui si e’ obbligati per le circostanze che il Paese sta vivendo”.
Quindi anche il ministro della Giustizia, sostiene di essere “favorevole oltre che per motivi umanitari anche perche’ ci darebbe l’opportunita’ di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario; ma si divide Scelta Civica (ià ampiamente frammentata), con Andrea Romano Andrea Romano, deputato ed esponente della fondazione Italia Fura di Luca Cordero, che twitta che non si deve “confondere gli italiani”, mentre presidente dei senatori di SC Gianluca Susta, esclude che si possa trovare un modo per evitare la decadenza di Silvio Berlusconi o che si possa arrivare a un’amnistia.
Anche Sel si dice contrario, ma intanto, scrivono Il Sole 24 Ore e La Stampa, il fronte della amnistia va crescendo.
C’è poco da fare, Berlusconi è stato è resta l’unico verso cardine della politica nazionale e se vogliamo che si affrontino i veri problemi (IMU, Iva, flessibilità in entrata nella pubblica amministrazione, pensioni, lavoro per i giovani, ecc.), una qualche soluzione va trovata.
Chiude al’ipotesi aministia il Pd, con Danilo Favi, responsabile giustizia e Sandro Flavi, responsabiler carceri, che dichiarano che il partito non ci stà a far passare come provvedimento di riforma complessiva della giustizia qualcosa che serva al Cavaliere.
Quanto al Movimento Cinque Stelle che dice “basta”, con un intervento di Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, afferma che è ra che si ristabilisca con forza lo Stato di diritto e l’applicazione delle leggi, sicché “il voto sulla decadenza del pregiudicato Silvio Berlusconi è una mera formalità e presa d’atto per applicare la legge Severino e la sentenza definitiva che lo fa decadere da parlamentare e lo ha già reso incandidabile per i prossimi sei anni”.
Secondo Micromega, che certo non è dalla parte di Berlusconi e forse è forcaiolo più di Repubblica, si fa notare che Il Pdl commette un gravissimo errore ad incrociare la vicenda giudiziaria di Berlusconi con la dinamica parlamentare e condizionare la vita del governo. Errore che conferma ancora una volta la strategia sbagliata che ha marcato l’intero ventennio del berlusconismo, quella di difendersi “dai” processi, puntando alla prescrizione, e non “nei” processi affrontando il merito. Ed oggi quegli errori vengono al pettine.
Già ha marzo ho firmato l’appello di Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame e Barbara Spinelli per l’applicazione della legge 361 del 1957, sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, in base alla quale Berlusconi era ineleggibile in base al conflitto di interesse.
Ed ho anche sostenuto con vigore la ventennalle battagli di MicroMega contro il Caimaino attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che poteva essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Ma come si sa, non è accaduto proprio nulla e suiamo ancora in stallo perché i problemi del signore di Arcore non sono ancora risolti.
Carlo Di Stanislao
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