L’inaugurazione della Perdonanza Celestiniana 2013 ha offerto agli aquilani una serata piacevole e piena di speranze, nonostante tutto; nonostante il fatto che anche il luogo simbolo della celebrazione, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio quest’anno sia chiuso perché non agibile. Le celebrazioni religiose dunque avranno luogo all’aperto e, dopo l’apertura della Porta Santa, sarà consentito ai fedeli solo un rapido passaggio attraverso la basilica.
Perché è stata una bella serata? Perché tanti cantieri stanno finalmente funzionando in pieno centro, es.: due all’incrocio dei quattro cantoni, uno a piè di piazza, oltre a quelli per il corso. E c’era tanta gente in giro, con i volti sorridenti e distesi. Sono questi cantieri in centro con i cartelloni che indicano inizio e fine dei lavori a riaccendere negli aquilani la speranza di poter rivedere qualcosa della propria città in tempi relativamente brevi.
Ricordi del sisma e speranze per il futuro si intrecciano nelle numerosissime manifestazioni in programma. Un posto di assoluto rilievo merita la mostra “L’Aquila, volti e segni del terremoto” una serie di fotografie a colori di Roberto Grillo in esposizione nel salone della Cassa di Risparmio. Sgomento e tristezza nel vedere il salone, un tempo frequentatissimo luogo di incontro, danneggiato e ridotto in quel modo, e, nello stesso tempo, gioia nel vedere i volti ed i gesti di aquilani che hanno vissuto la tragedia diventare materia di arte. E’ l’arte, nel caso in cui è efficace nella forma e comunicativa nei contenuti, il mezzo che passa il tempo e lo spazio, ed arricchisce la memoria collettiva attraverso le generazioni.
La mostra delle foto di Roberto Grillo riesce a dare al dolore della nostra città una memorabile dimensione etica ed estetica, riconoscibile anche da gente lontana ed estranea. Infatti le sue foto sono limpide, pulite, chiare e ricche di espressioni, di sentimenti, ricordi e messaggi per il futuro. La raccolta di fotografie è suddivisa in tre parti: Soggetto, Oggetto, Soggetto/Oggetto. Esse rappresentano le macerie della città attraverso un personalissimo processo di astrazione che sceglie una sedia come simbolo del quotidiano e la mette in un ambiente vuoto, di colori tenuissimi dal beige al bianco, dove i personaggi scelti per rappresentare la città esprimono nei volti e nei gesti il ricordo e la rielaborazione del vissuto in quei momenti tragici. Nella terza parte alcune parole accompagnano le espressioni dei volti. Cito le parole di Stefania, bambina: “Rinascita, dolore, speranza, gioia, l’unione fa la forza, nostalgia”, un messaggio che esprime compiutamente l’intreccio dei sentimenti e delle speranze degli aquilani di oggi.
Una bella notizia è stata comunicata agli aquilani durante le cerimonie di inaugurazione: a partire dall’anno 2015 la Perdonanza Celestiniana dell’Aquila sarà “Patrimonio immateriale UNESCO”, un bel riconoscimento internazionale alla città ripetutamente martoriata dalla natura, ma ricca di una storia singolare, iniziata con la fondazione voluta dagli abitanti dei castelli dei dintorni, seguita dopo pochi anni dall’incoronazione di Papa Celestino, l’eremita del Morrone. Patrimonio culturale immateriale sono le conoscenze, le abilità, il lavoro, i modi di esprimersi, le abitudini di vita trasmessi attraverso le generazioni, che, in un continuo processo di evoluzione, creano l’identità storica dei cittadini, danno l’orgoglio dell’appartenenza ed ispirano ad agire per raggiungere mete comuni.
Concludo queste brevi note con un pensiero per l’urna con i resti di Papa Celestino V, il cui volto è oggi ricoperto da una maschera d’argento. L’urna è stata recentemente portata via dalla sua sede storica, la cappella a destra dell’altare maggiore della basilica di Collemaggio, per motivi di sicurezza ed è attualmente ospitata nella chiesa di S. Giuseppe in via Sassa, restaurata e sicura. Sarà veramente bello e memorabile nella storia della città il giorno in cui la riporteremo al posto suo.
Emanuela Medoro
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