Nonostante le altissime percentuali di studenti fuori sede, in Italia solo il 29% degli universitari vanta un contratto regolare di affitto dell’appartamento in cui vive. Secondo un’indagine promossa da Contribuenti.it, ben il 71% degli universitari italiani, nel 2013, ha un contratto a nero o irregolare, il 3% in più rispetto al 2012.
L’indagine è stata condotta attraverso l’elaborazione di una serie di dati ministeriali, degli uffici tributi, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie.
Le locazioni a nero degli immobili a studenti italiani è risultata circa il quintuplo di quelle della Francia e della Germania. Nella speciale classifica dei fitti a nero, l’Italia è seguita dalla Grecia con il 64%, Romania con il 63%, Slovacchia con il 59%, Bulgaria con il 52% e Cipro con il 43%.
In Italia, in testa nel 2013, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente i contratti di fitto a nero, risulta la Lombardia, con +6,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Lazio con + 5,2% e la Veneto con + 5,1%. A seguire il Piemonte con +4,3%, la Liguria con +4,2%, l’Emilia Romagna con 3,5%, la Toscana con 3,0%, il Trentino con +2,5%, le Marche con +2,5%, la Puglia con +1,8%, la Sicilia con +1,8%, la Calabria con +1,5%, l’Umbria con +1,3% la Campania con +1,2 %, l’Abruzzo con + 0,8 e il Molise con +0,3%.
A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (28,4% del totale nazionale), seguito dal Centro (27,1%) dal Nord Est (26,2%) e Sud (18,3%).
“Grandi e piccoli proprietari di case affittano solo a nero le case agli studenti universitari – denuncia Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – evadendo imposte dirette e indirette. Per debellare tale malcostume, basterebbe consentire alle famiglie di poter detrarre il canone di locazione dalla dichiarazione dei redditi”.
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