Secondo le previsioni aggiornate dell’Ocse, l’Italia, con una stima di contrazione dell’1,8% nel 2013, è l’unico paese del G7 ad essere ancora in recessione, il che significa, secondo l’organizzazione internazionale, che non bisogna abbassare la guardia o ridurre gli sforzi per riformare l’economia, da venti anni lasciata come una “bella addormentata”, mentre gli altri Paesi varavano dolorose e impopolari riforme per migliorare il welfare e la competitività, che, adesso, in tempo di crisi, danno i loro frutti.
L’occupazione debole, la crescita lenta e i persistenti squilibri globali sottolineano, secondo l’Ocse: “la necessità di politiche strutturali, in aggiunta a quelle di sostegno della domanda, per creare posti di lavoro, aumentare la crescita, rendere più leggera la pressione fiscale e ridurre in modo permanente gli squilibri esterni”.
Alta disoccupazione e bassa crescita, scrive l’Ocse, “possono portare ad aumentare le tensioni sociali nelle economie avanzate ed emergenti”. Tutto questo «evidenzia la necessità di una politica macroeconomica che fornisca supporto sufficiente alla domanda, mentre sono intraprese le riforme necessarie” tenendo conto che: “le riforme istituzionali possono anche affrontare direttamente le ineguaglianze, come ad esempio migliorando l’accesso all’istruzione e l’orientamento ai trasferimenti per chi ne ha più bisogno”.
Ennesima doccia gelata per un Paese ormai in cronico affanno, sempre per l’organizzazione parigina, “l’area euro rimane vulnerabile alle rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e del debito sovrano. Molte banche non sono sufficientemente capitalizzate e gravate da `cattivi´ prestiti”.
Serve un governo stabile e che non impegni sui problemi di singoli leader condannati o rimugini sul futuro di partiti quasi esplosi.
Per questo molto italiani guardano con speranza alla notizia secondo cui Letta prepara il bis e una frangia dei 5 Stelle è pronto a seguirlo, per cui avrebbe già pronto un accordo con i grillini per un nuovo ‘governissimo’.
Grillo insulta e smentisce ma intanto Luis Alberto Orellana, senatore 5 Stelle, stamane, durante la riunione del gruppo, ha rotto gli indugi e detto: “Bisogno essere pronti a non avere tabù. Potremmo avere un grosso peso contrattuale e ricordato che a Ragusa si è vinto perché ci si è aiutati ed in Sicilia vi è già una alleanza in corso.
Sotto il profilo politico la replica arriva da Paola Taverna: “Mai con il Pd e mai con il Pdl: questo abbiamo detto in campagna elettorale. Otto milioni di persone mi hanno votato per mandarli tutti a casa. Chi non si riconosce più in qualcosa che è lampante e specchiato può andare a fare politica altrove”.
Ma Orellana non è uno qualunque, dal momento che è stato il candidato alla presidenza del Senato dal M5S.
Dal suo blog, Beppe Grillo interviene con durezza e scrive: “Chi vuole guardarsi l’ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente. Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti”.
Ma dopo le parole di Orellana è chiaro che nel partito sono presenti almeno due anime.
Svrive oggi “Lettera 43” che, dopo la nomina dei quattro senatori a vita, idealmente altri quattro voti assicurati al centrosinistra, la conta al Senato per un ipotetico Letta-bis svincolato dalla grande intesa col Pdl potrebbe registrare anche la partecipazione della montante fronda governista del M5S. Secondo la pasionaria Laura Bottici il numero dei cosiddetti dissidenti starebbe crescendo., mentre secondo Sonia Alfano, eurodeputato e presidente della Commissione Antimafia al Parlamento Europeo, l’ipotesi di un incremento della pattuglia di senatori del Movimento 5 stelle pronta a votare la fiducia al governo Letta sta crescendo.
Dalla’altro canto, Klaus Davi nella trasmissione “KlausCondicio”, in onda su YouTube, ha detto: “tra i grillini il numero dei cosiddetti dissidenti sta crescendo. Oscilla in base agli umori della politica. Comunque possiamo già parlare di un numero ‘utile’ di senatori disposti a discutere alcuni punti imprescindibili sulla base dei quali costruire una intesa col Pd”, probabilmente per un Letta bis.
Insomma Letta, tirato da ogni parte e paralizzato o quasi nella sua azione, ha forse trovato la sua buona stella, anzi ne a trovato cinque ed in grado di funzionare come sei, come il sigillo di Salomone, scudo indistruttibile alla sua tenuta.
Tornando comunque al cinque e al fatto che Letta è fervente cristiano, va ricordato che le stelle a cinque punte è il simbolo di Adam Kadmon e per definizione un simbolo del Cristo, l’uomo perfetto che sacrificandosi trova pace ed armonia per tutti gli altri.
D’altra parte quelle del M5S hanno cinque punte e la forma dei disegni dei bambini e probabilmente nessun significato cabalistico o esoterico e ricorda invece molto da vicino quella della “Stella azzurra”, squadra di pallacanestro del “Collegio San Giuseppe – Istituto de Merode” di Roma, nota per la sua tenacia e l’assenza di schemi, in ogni partita.
Comunque, con questa nuova squadra, potrebbe anche accadere che Enrico Letta, ribattezzato sulla stampa “re tentenna”, potrebbe davvero cominciare a governare ed attuare tutte quelle misure che il sacro fuoco interno gli suggerivano all’inizio della sua avventura a Palazzo Chigi, per poi imparare solo a barcamenarsi.
Se l’attuale presidente del Consiglio ha trascurato e trascura di tradurre in azione politica le sue buone intenzioni, non è certo per ignoranza o dabbenaggine, ma perché ogniqualvolta ci ha provato ha sbattuto contro un muro dei partiti che, da decenni, antepongono i loro interessi di bottega a quelli nazionali, perpetuando una situazione di stallo: il mondo va avanti e noi rimaniamo fermi, come la proiezione Ocse ci ricorda.
Ed allora, delle due una: o il governo fatalmente cadrà in autunno, complice anche la questione Berlusconi mascherata da Iva, oppure letta si riproporrà sostenuto dai “pentastelluti” stanchi ormai di fare solo da bastian contrario.
Carlo Di Stanislao
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