Continua la strage di donne e non solo in scenari di guerra o in paesi lontani. ‘Cè un fermo per l’omicidio della giovane ventinovenne di origine brasiliana Marilia Rodrigues Martins, uccisa a Gambara nel Bresciano, per l’omicidio della quale è stato fermato il datore di lavoro, Claudio Grigoletto, sentito dai carabinieri per tutta la notte e poi portato in carcere a Brescia con l’accusa di omicidio aggravato e secondo il procuratore di Brescia, Fabio Salamone, era lui il padre del bimbo che la giovane aspettava. Il fermo è stato disposto dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, che a Grigoletto contesta anche i reati di tentativo di soppressione di cadavere e di procurato aborto. L’uomo comunque non ha confessato e si dice del tutto estraneo alla vicenda, anche se, per gli inquirenti, aveva la necessità di eliminare il problema rappresentato dal fatto di essere il padre del bambino e per questo, nella serata di giovedì scorso, l’ha strangolata a mani nude.
Ventotto coltellate invece hanno ucciso a Bari la psichiatra 53enne Paola Labriola, coordinatrice del Sim del quartiere Liberta’, dove incontrava quotidianamente i pazienti in ambulatorio. Stando ad una prima ricostruzione, , stamane il medico era impegnato in una serie di visite proprio in quel quartiere quando uno dei suoi assistiti, un uomo di 44 anni, l’ha colpita alle spalle. L’uomo, subito fermato, e’ stato portato in Questura. Il paziente, sembra anche con problemi di alcol e droga, e’ stato bloccato a fatica da uno degli infermieri presenti nella struttura, dove si trovavano anche tre medici.
Quando sono intervenuti nell’ambulatorio allertati dalle urla della vittima, per la psichiatra non c’era piu’ nulla da fare. La dottoressa, molto nota a Bari, e’ stata colpita con un coltello da cucina con una lama affilata lunga 12 centimetri ed il fendente mortale l’ha colpita alla gola.
Appena appresa la notizia, sul posto sono giunti il sindaco di Bari, Michele Emiliano, e l’assessore regionale alla Salute, Elena Gentile.
Il corpo della donna e’ ancora nell’ambulatorio, in attesa della conclusione dei rilievi tecnici disposti dal magistrato di turno, il sostituto procuratore Baldo Pisani, mentre in Questura, dove l’omicida e’ stato accompagnato, in queste ore gli investigatori stanno ascoltando i testimoni della tragedia.
Le donne si uccidono per molti motivi e non solo per gelosia e non è il risultato, come vorrebbe certa cultura, propagata dal reazionario Sigmund Freud, il risultato di quello che fa dire a Emilia rivolta a Desdemona, la bella sposa di Otello: “Non si è gelosi per un motivo, si è gelosi perché si è gelosi. La gelosia è un mostro che si concepisce da se stesso”.
Non basta e non è tutto e soprattutto noi uomini dovremmo interroghi di più su quanto avviene.
Di recente Massimo Fagioli in una intervista al settimanale Left ci ricordava non c’e’ ancora una parita’ umana. Bisogna affrontare il pensiero razionale e dire che, per un verso, e’ fascista e, per l’altro, violento. E bisogna affrontare il discorso che, diversamente da quanto sostiene il logos occidentale, la donna pone un quesito che non e’ razionale: propone, insieme, un’uguaglianza e una differenza che non puo’ essere concepita dal pensiero razionale. Sicché è difficile per noi uomini ammettere che la donna è uguale ed insieme diversa. Per questo motivo, ancora oggi, l’uomo uccide non per interesse o motivi economici,ma perche’ gli viene lesa questa identita’ maschile razionale, una identità sbagliata e che non tiene conto del fatto che il rapporto uomo-donna va affrontato nella coscienza, nelle relazioni sociali e nelle identita’ professionali tenendo conto che non c’e’ medico o medichessa, ma solo il medico bravo o somaro.
Il femminicidio è l’espressione estrema di una autentica malattia mentale, , perche’ la delinquenza e’ quella della mafia, dell’uccidere per avere i soldi; invece il femminicidio, paradossalmente , e’ una questione per cui l’omicida perde l’identita’ del primo anno di vita e rimane imprigionato in quel mondo detto ‘inconscio’ di immagini senza parole.
Carlo Di Stanislao
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