2380 domande in provincia di Teramo per i tirocini finanziati dal Fondo sociale europeo a fronte di 373 posti disponibili e selezionati – salvo ulteriori verifiche sull’ammissibilità. I tirocinanti oggi eliminati sono circa 2.000, le aziende ospitanti escluse, su un totale di 418 richieste, sono 278.
Queste le cifre delle graduatorie diffuse dalla Provincia di Teramo attraverso Teramo lavora in merito ai tanto sbandierati – dall’assessore Paolo Gatti – fondi PO FSE ABRUZZO dell’Unione Europea per Competitività regionale e occupazione .
Stiamo parlando di “tirocini formativi per agevolare e sostenere l’inserimento lavorativo e professionale di inoccupati o disoccupati. Ciascun tirocinio ha una durata di 3 mesi per 80 ore mensili, 16 ore settimanali da svolgersi presso un datore di lavoro della provincia di Teramo durante i quali la Provincia di Teramo riconosce al tirocinante una indennità mensile di 600 euro. La Provincia di Teramo mette a disposizione per questo intervento 672.000 euro finanziati dal Programma Operativo Abruzzo 2007/2013, Piano Operativo 2012-2013”.
Alcune domande sorgono spontanee:
Il criterio di selezione delle aziende, da parte della dirigenza dell’Amministrazione provinciale, contempla la volontà del datore di lavoro di formare ed assumere, se idoneo, il tirocinante? O lo scopo del progetto è quello di formare ed arricchire il curriculum del tirocinante senza preoccuparsi troppo del suo collocamento?
Da un riscontro statistico in altre province abruzzesi l’assunzione del tirocinante alla fine del percorso si è verificata meno del 5% dei casi , un dato così significativo che non lascia dubbi sul fallimento di questa prima ipotesi. Nel secondo caso, ovvero l’arricchimento del curriculum, questo si poteva manifestare concretamente solo se indirizzato sui tirocinanti giovani appena usciti dalle scuole o alla ricerca del loro primo impiego, i quali rappresentano la categoria meno collocata con un dato significativo di disoccupazione pari al 39,5%, dato nazionale, al sud 50% circa. Da un monitoraggio effettuato in moltissimi casi il tirocinante avendo fatto la domanda in Provincia si è preoccupato in prima persona nel sollecitare una o più aziende affinché partecipassero alla selezione dei soggetti ospitanti, garantendosi cosi l’eventuale chiamata diretta.
Questa dei tirocini, dunque, è ben altra cosa dal dimostrare , come classe dirigente, di essere in grado di promuovere e sollecitare opere infrastrutturali utili al tessuto socio-economico del nostro territorio con progetti a medio termine in grado di rilanciare un’economia sofferente e non caratterizzando tale sviluppo in base alla breve parabola politica di un personaggio o di una corrente sguazzando tra le necessità primarie del cittadino in difficoltà. Tutto questo accade a ridosso della prossima campagna elettorale e sembra un’elemosina elargita con malagrazia, una specie di saldo di fine stagione, un pacco dono che non risolve nulla né a livello di formazione né a livello di occupazione ma sembrerebbe pensata, in forma clientelare, a risolvere elettoralmente bisogni primari come la fame.
Franco De Angelis
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