Ormai è questione di un paio di settimane. Poi finalmente sarà pubblicato il prossimo bando per il Servizio civile. Con la solita incognita: sarà aperto o no agli stranieri? Per ora la legge formalmente limita la possibilità di fare domanda d’ammissione solo agli italiani, ma Avvocati per niente aveva vinto il ricorso presentato da un ragazzo di origine pakistana, escluso dal precedente concorso. E tra le decisioni del giudice c’era anche aprire il bando del Servizio civile agli stranieri. Per ora tutto tace. “Noi come associazioni accoglieremo tutte le richieste a prescindere dalla nazionalità”, spiega Paolo Rovagnoli, referente risorse umane e Servizio Civile di Celim. Bisogna vedere se gli stranieri verranno esclusi a prescindere.
L’attività delle ong. Nelle ong è già da un mese che sono pronti i programmi in attesa di approvazione. Tra i più interessanti, per i giovani tra i 18 e i 28 anni e 364 giorni di età (così ha stabilito una sentenza dopo il ricorso di un 28enne escluso dal Servizio civile) ci sono quelli di Celim per l’Africa. in Zambia e in Mozambico. Otto volontari andranno a Mongu, Lusaka, Saivonga e Livingstone, in Zambia, nel cuore dell’Africa meridionale. Altri quattro andranno invece a Maxixe e a Maputo in Mozambico. In tutti i progetti, oltre a Celim (che fa parte di Focsiv, la Federazione volontari nel mondo) ci sono l’associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas italiana e il Gavci, Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia.
Caschi bianchi è il nome del progetto in Zambia. Dalla salvaguardia di 40mila ettari di foresta nel distretto cittadino, fino alla promozione della coltura biologica con 30 famiglie: questi i lavori da svolgere per i volontari di Celim a Mongu. A Lusaka, invece, c’è da formare 30 insegnanti e ristrutturare un istituto. 1.300 bambini, invece, vivono da emarginati nella loro scuola di Saivonga e altri 18 docenti aspettano di completare il loro percorso formativo. L’ultimo progetto dello Zambia, a Livingstone, prevede invece il sostegno didattico di 300 bambini e 60 studenti Youth community training center.
In Mozambico i volontari si troveranno di fronte due zone dove è a rischio la sicurezza alimentare della cittadinanza. Colpa dei cambiamenti climatici e delle malattie endemiche come malaria e Aids che infestano il territorio. A Maputo il progetto di Celim prevede di garantire l’accesso al cibo a 250 bambini residenti nei distretti di Boane e Namaacha. A Maxixe i volontari aiuteranno 30 famiglie a produrre prodotti agricoli e altri 15 allevatori cominceranno a far pascolare animali di piccola taglia.
Marcella Vezzoli – RS
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