Vincitore di sette “Tony Award”, riconoscimento che rappresenta il premio Oscar per il teatro, Mario Fratti, fa il suo ingresso nel mondo della scrittura con un intenso Diario proibito – L’Aquila anni Quaranta, racconto di un periodo storico quale fu il fascismo e dei suoi risvolti, molto spesso oleografici, racconto che si pregia della prefazione di Mario Avagliano. L’autore, abruzzese di nascita, come ha spiegato nell’introduzione, utilizza per costruire la sua storia molti dei suoi ricordi autobiografici, ma, in realtà, già da ragazzo era tutt’altro che seguace di Mussolini. Anzi. Era animato da vividi e sinceri sentimenti antifascisti e i suoi amici erano quei partigiani che poi vennero chiamati i “Nove Martiri Aquilani”, anche se Fratti non trovò mai il coraggio di seguirli in montagna. Il racconto che si riceve del fascismo, è spesso quello di una oleografia iconica, narrata attraverso molti cliché. Fratti è un sarto della parola. E con precisione chirurgica, traccia il quadro di un’epoca, attraverso la storia di un piccolo impiegato che vive a Venezia, in una camera affittata d’un appartamento di due donne sole, intristito dai rapporti in ufficio e ossessionato dal sesso.
Costretto da un forte attacco febbrile a restare a letto, in una valigia ritrova il suo diario. Vecchi documenti di quando, sedicenne, aveva aderito al fascismo e a Salò, senza crederci veramente, solo per la divisa lucida. Poi aveva assaporato il potere. Quello della prevaricazione fine a se stessa, quello del tenere in pugno le persone, ricattandole. Ostentando la forza. Una politica solo muscolare. Più che una storia del fascismo, si può definire una radiografia dello stesso. Gli episodi narrati sono forti, arrivano in maniera potente. E non a caso, Fratti, nella sua vita da uomo di teatro, ha scritto testi estremamente realistici, ha raccontato, rappresentato la Mafia, e altri mali di questo secolo, come l’anoressia.
Nella sua carriera si è aggiudicato numerosi premi di grandissimo prestigio, con testi che hanno girato in tutti i teatri di Broadway, compresi quelli “off”. Nine, musical ispirato ad 8 e ½ di Federico Fellini ha visto, come ultimo protagonista Antonio Banderas. Il protagonista di Diario proibito, come tutti, avrà la sua punizione terrena. La legge del contrappasso lo condanna alla paura che qualcuno possa scoprire quel “diario”, tutte le nefandezze descritte in esso e quella identità segreta “nera” non solo dal punto di vista politico. Il “maggiore”, che era stato il suo capo militare, chiude il finale. È diventato un imprenditore e coltiva i propri interessi oliando i partiti che governano il Paese. Hanno tutti avuto la loro punizione, già da vivi. Fratti li osserva, li fotografa nella loro cruda umanità, nella loro misera quotidianità. Non hanno morale, non hanno etica. E la vita li condanna, li disintegra, senza bisogno di calcare la mano. Sono uomini persi, alla deriva. Senza dignità, l’unica cosa che salva un Uomo, davanti alla Storia.
Il romanzo sarà presentato il prossimo 18 settembre a L’Aquila, dov’è in gran parte ambientato, la città dove Mario Fratti è nato ed è vissuto fino al 1947. L’evento si terrà all’Auditorium “E. Sericchi” in via Pescara 2, con inizio alle ore 17, e vi prenderanno parte, oltre all’Autore, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, lo storico Walter Cavalieri, l’opinionista Annamaria Barbato Ricci, il presidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria Walter Capezzali, con Goffredo Palmerini che coordinerà gli interventi.
Sabatino Di Maio
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