Ricordo i fine settimana sugli spalti di Centi Colella ancora sul passeggino e l’emozione nel vedere chi, come mio fratello, sin dall’infanzia credeva in uno sport solidale e “pulito”.
A mio avviso il tratto distintivo tra il rugby e gli altri sport è che, mentre nella mischia succede di tutto, alla fine della partita i giocatori delle due squadre rivali rispettivamente si scambiano una stretta di mano e vanno o a pranzo o a cena insieme.
Da anni Piazza Duomo sembrava condannata a perdere la sua linfa, al di là delle classiche serate per la Perdonanza, poi ritornava al suo grigiore. Prima era il fulcro della vita cittadina, degli ambulanti che ogni mattina mettevano in mostra le loro mercanzie, delle domeniche con le campane a festa e le risate dei bambini. Eppure negli ultimi tre giorni finalmente si è intravisto il sorriso sul volto degli aquilani grazie all’Associazione L’Aquila Uniti per il Rugby e allo sport che è il portavoce della nostra città: il rugby.
Ci siamo soffermati qualche istante con il Presidente Luigi Cerroni e Andrea Papa che, entusiasti parlano della loro iniziativa di predisporre la sala per la nascita del Museo volto alla rivisitazione di quello che è stato questo sport nel comprensorio e alla ricostruzione dell’identità cittadina.
Il Club ha compiuto il primo anno di vita e dal giugno 2012 ci sono state 250 adesioni.
L’Associazione L’Aquila Uniti per il Rugby non ha tralasciato un ampio spazio in memoria di Lorenzo Sebastiani (Ciccio) che tanto amava la nostra città e ha dato molto per la sua squadra.
Avvicinandoci agli stand gastronomici i collaboratori hanno manifestato la loro incredulità nel vedere tante persone sedute sulle panchine a degustare pasta, salsicce, arrosticini e a sorseggiare un po’ di birra.
I vari gruppi cittadini si sono intervallati nelle tre serate di mezz’ora in mezz’ora sul palco spaziando su diversi generi musicali.
Qualcuno mi ha detto: ” Stare seduti in Piazza Duomo,ascoltando la musica e bevendo la birra fa sentire vivi. Sembra di rivedere l’ “Anima” assopita della nostra città. Non si deve mai smettere di sognare.”
Francesca Ranieri
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