L’ipotesi di sistemazione dell’area di Porta Barete suggerita all’amministrazione da monsignor Orlando Antonini contiene senza dubbio alcuni elementi di novità nel suo tendere ad una riqualificazione di un’area di grande interesse storico, a suo tempo disconosciuta e sepolta sotto il cemento della speculazione edilizia. Tuttavia l’annunciata operazione mostra anche gravi criticità sia nel metodo sia nel merito.
Nel metodo, è del tutto inaccettabile che – com’è ormai consuetudine – eventuali decisioni riguardanti beni comuni vengano assunte in segreto, senza trasparenza, senza alcuna visione sistemica e senza condivisione con i cittadini, chiamati unicamente a prendere atto di scelte fondamentali riguardanti l’aspetto e la funzionalità della città. Ribadiamo in proposito che argomenti di tale portata meriterebbero una profonda discussione in una sede civica che solo un Urban Center (ormai lungamente invocato) potrebbe esprimere al meglio, ma che sarebbe opportuno per il momento affidare almeno ad una conferenza permanente urbana altamente rappresentativa. Considerando che un intervento di questo tipo, comunque condotto, andrebbe a trasformare profondamente parti della città dal forte valore identitario, proponiamo che la sistemazione dell’area dell’antica Porta Barete scaturisca da una gara di idee e di progettazione, come già avvenuto per Piazza d’Armi. Riteniamo inoltre che qualsiasi intervento debba essere sottoposto al vaglio della Sovrintendenza ai beni architettonici.
Quanto al merito, è nostra opinione che non avrebbe senso un limitato intervento sull’antiporta Barete (o su ciò che ne resta) senza che esso sia inquadrato in un progetto complessivo di riqualificazione delle mura urbiche che corrono, con poche interruzioni, dalla Fontana Luminosa fino alle prossimità del fiume Aterno. In tal senso sarebbe già significativo che l’amministrazione desse segno della sua volontà di riqualificazione urbana iniziando a bonificare la fascia muraria che costeggia Viale della Croce Rossa e che da anni è sfregiata da un persistente e diffuso abusivismo.
Sarebbe infine auspicabile che l’amministrazione curasse maggiormente le sue modalità di comunicazione, evitando che gli organi di stampa siano indotti a dare per scontate alcune decisioni che devono essere ancora confrontate con tutti i soggetti interessati, i cittadini in primis.
La ricostruzione della città dovrebbe costituire un’ opportunità per le autorità di governo locale, utile a sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa e modalità comunicativo-informativo efficaci, finalizzate alla condivisione delle linee guida delle politiche urbane.
Riteniamo infine, nel caso che lavori di tale interesse pubblico venissero intrapresi, che i cittadini possano seguire l’attività del cantiere con le dovute modalità improntate sulla trasparenza .
Policentrica onlus
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