E’ una delle nostre avversarie più temibili per la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, con l’esperienza di una comunità che, nell’immediato dopoguerra, ha saputo affrontare la terribile questione dell’inabitabilità, come recita il documento presentato ieri dal sindaco, dove si parla dei suoi celebri “Sassi”, in gran parte deserti ed abbandonati fino al 1964 e della nuova sfida che consiste nel proporre ai cittadini di “rigenerare” insieme alla città, superando quella sfiducia e quel fatalismo che spesso caratterizzano i territori del Sud profondo.
Nel documento, Matera e Basilicata vogliono annunciare all’Europa che un altro Sud è possibile, mettendosi alla spalle gli stereotipi di un Mezzogiorno piegato su se stesso ed in perenne attesa di assistenze, puntando sulla cultura perché è la cosa più giusta da fare. Cinquant’anni fa, Pier Paolo Pasolini scelse Matera per ambientare il “Vangelo secondo Matteo”, non solo per il suo sole ferocemente antico, che somigliava a quello di Gerusalemme, ma per la bellezza e la storia che vi si respiravano, in quel connubio eccezionale di natura e cultura che fa dei Sassi e della prospiciente profonda Gravina, il paesaggio unico al mondo, che tutti conoscono e che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità.
A Matera, in questi giorni (dal 23 al 25 settembre), parte: “Materadio”, una iniziativa organizzata da Radio3, dal Comune, dall’Apt Basilicata con il contributo della Banca Popolare del Mezzogiorno e del Consorzio del pane di Matera, che è una festa ed insieme una sfida in una città che delle sfide ha fatto una precisa scelta.
Nella presentazione dell’evento il sindaco di Salvatore Adduce ha detto: “La radio è il mezzo migliore per raccontare la nostra città perché aiuta a riflettere senza costringerci a rincorrere le immagini. In questi tre giorni di programmazione in diretta, Radio 3 racconterà la città, il territorio, le sue straordinarie risorse culturali, la sua gente attraverso quello sguardo originale, profondo e acuto che appartiene a questo canale del servizio pubblico e con il quale noi vogliamo caratterizzare la candidatura di Matera. Ma Materadio, che simbolicamente richiama nel titolo anche il tema della madre radio, come mezzo di comunicazione che riesce a generare discussioni, dibattiti, approfondimenti, azioni, immaginazioni e suoni, è anche e soprattutto una festa attraverso cui vogliamo far conoscere alcuni luoghi della città che rappresentano il passato e la nostra idea di futuro. Il quartier generale di Radio 3 sarà, non a caso, la Casa Cava, luogo di animazione e produzione culturale, punto di eccellenza per la creatività e per le visioni urbane. Gli altri due luoghi appartengono al passato generoso della nostra storia, piazza San Pietro Barisano, dove si terranno i concerti e gli spettacoli della mattina e del pomeriggio, e il Parco del Castello, dove si terranno i due grandi eventi serali di venerdì e sabato”. A offrire la sua testimonianza anche Antonio Preziosi, direttore Gr Rai. “Ho cominciato la mia professione collaborando con alcune radio di Pisticci e Policoro. Sono contento che oggi Radio3 ha deciso di accendere i riflettori su una città meravigliosa. Pur augurando un buon lavoro a tutte le città italiane che si candidano a diventare capitale europea della cultura nel 2019, con le ragioni della testa e quelle del cuore mi sento di sposare la candidatura di Matera 2019 per tutto quello che rappresenta e per tutto quello che può raccontare. Se avete bisogno di un testimonial potete contare su di me”. A spiegare Matera e il suo territorio è stato l’assessore comunale al Turismo, Cornelio Bergantino: “Matera è il luogo di incontro tra occidente e oriente, un tema fondamentale di questo millennio. Non solo luogo di civiltà contadina, ma anche un luogo di incroci culturali che ha generato 154 chiese rupestri. A Matera abbiamo registrato quest’anno una crescita del turismo pari a circa il 22 per cento rispetto al 3 percento della media italiana. E la tendenza è ancora in crescita. Probabilmente più si vuol tagliare la cultura, più si sente il bisogno di cultura”.
Sarà dura per noi aquilani battere Matera (e le altre candidate) per vincere la sfida di divenire città della cultura 2019 ma, con la tenacia che ci contraddistingue, proseguiamo nel cammino ed affidiamo al documento che sarà illustrato il 20 settembre con un doppio appuntamento presso l’Auditorium del Parco, dove si riunirà per la prima volta il Comitato promotore, composto, tra gli altri, dalle principali istituzioni politiche, sociali, e culturali della regione, presieduto dalla senatrice Stefania Pezzopane e dove, alle 16 e 30 verrà presentato il documento ufficiale inviato ieri al Ministero dei Beni Culturali, realizzato grazie all’enorme contributo di Errico Centofanti, quale coordinatore capace di valersi con intelligenza delle sollecitazioni e degli input che cittadini e associazioni hanno dato nel corso dei numerosi incontri tenutisi lo scorso anno.
Com’è noto, entro il 31 dicembre 2013 la Giuria Internazionale dovrà incontrare le delegazioni delle città candidate, a fine marzo la stessa si dovrà esprimere sulle città ammesse alla fase finale e solo a dicembre 2014 sarà designata la città a cui conferire il titolo.
“Il futuro viene da lontano” è il nostro motto per la candidatura, basata sulle ricostruzione e per icona la “Visitazione della Vergine” di Raffaello, rimando al “futuro nascente” di cui parla il documento con dovizia di particolari e prospettive.
Concepito come un mezzo per avvicinare i vari cittadini europei, la Città europea della cultura venne lanciata il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Melina Mercouri e a fine 2006, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea pubblicarono l’ordine di presentazione delle designazioni a e fu stabilito che all’Italia sarebbe toccato nel 2019, insieme con la Bulgaria.
Le avversarie de L’Aquila per questa candidatura sono ben 17 e più precisamente: Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Siena, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino e Venezia.
Commissionata da Giovanni Branconio e pagata 300 scudi, destinata alla chiesa di S. Silvestro, la tavola-icona “Visitazione della Vergine” è ambientata in un luminoso paesaggio, con il Battesimo di Cristo sullo sfondo, corredato da una sfolgorante apparizione del Creatore tra angeli, di michelangiolesca memoria, molto ben augurante per la nostra candidatura.
Anche perché, come ha scritto Errico Centofanti, “se il concepimento di ogni nascita è conseguenza di un’aspirazione alla felicità, non dissimile può essere la connotazione matrice di un impulso rigeneratore” che ci è oggi necessario per rinascere con un cuore umano ed urbano più pulsante, piú vitale e piú operoso di quello del prima il 6 Aprile 2009, capace di risanare ferite murarie e sociali, depurando le brutture e le storpiature recenti, integrando con la massima innovatività di invenzioni accortamente coraggiose, il passato al presente, per lanciarsi verso un armonioso futuro, quello stesso descritto da Raffaello nella “Visitazione”, consapevole di un passato a cui ancorarsi con vivissima determinazione.
Come accaduto nei devastanti terremoti del passato (fino a quello drammaticissimo del 1703), intendiamo candidarci per dimostrare che nelle pieghe della società esiste ed è viva una creatività artistica ed imprenditoriale che può servire da esempio per l’Europa intera.
Carlo Di Stanislao
Matera punto di incontro fra oriente e occidente? Ma che si fumano a Matera? Ora si sta davvero esagerando!