Dopo 10 anni a Parma, il festival Ottobre Africano quest’anno, dal 6 al 27 ottobre, si espande anche a Reggio Emilia, Milano, e sbarca a Roma. “Dall’incontro la Cultura” è il titolo dell’edizione 2013, e anche il senso di una kermesse che, fra cinema, conferenze, letteratura, mostre, danza e musica intende creare uno spazio di incontro e condivisione, che oltrepassi gli stereotipi per abbracciare una cultura altra. Cleophas Adrien Dioma, direttore artistico, non nasconde l’emozione: “Noi che partiamo dalla piccola Parma siamo arrivati a Roma, alla Camera”, e ringrazia il sostegno dato dal ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge (che sarà presente alla kermesse di musica danza e teatro delle seconde generazioni “Educare contro il razzismo” l’11 otobre a Felino) e da Kalid Chaouki deputato e presidente dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo, che spiega: “L’Italia è già cambiata, i nuovi italiani non si rassegnano solo a chiedere, vogliono contribuire nel campo della cultura”.
Gli fa eco Suzanne Diku, rappresentante di Redani, la Rete della Diaspora Africana Nera in Italia: “Noi siamo i ‘diversamente visibili’, e vogliamo invertire la tendenza al cliché nella costruzione della nuova Italia, essere coinvolti nell’ideazione culturale che fa crescere tutta la nazione, chiamare alla responsabilità di esserci in funzione culturale, educativa e formativa”. “Non c’è integrazione se non c’è riconoscimento della diversità, del bisogno dell’identità altrui”, aggiunge Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali.
“Il futuro è multietnico. Inutile opporsi – commenta la madrina di quest’anno, Fiorella Mannoia, da tempo coinvolta in una personale ricerca del “sud”, e che racconta di aver scoperto la figura di Thomas Sankara, definito il Che Guevara africano, e la cui sorella Odile, presente al festival, porta avanti la sua rivoluzione di donna africana attraverso il teatro -. Ci viene instillata la paura, ma dobbiamo conoscere le storie, che cosa è successo, perché esistono i flussi migratori. Se vogliamo fermarli dobbiamo fare pressione sui governi perché fermino le multinazionali che trivellano e spolpano l’Africa, le famiglie, l’ecosistema, costringendo la gente a migrare in esodi biblici della disperazione. Siamo tutti vittime, ed è ora che l’Europa si prenda le sue responsabilità”.
Molto ricco il programma, con 23 eventi nelle diverse sedi del festival. Fra quelli dedicati alla letteratura, gli incontri con gli scrittori Alain Mabackou, dal Congo, Florent Couau-Zotti, dal Benin, il 6 ottobre, e Lola Shoneyn, nigeriana, l’8, a Parma, e con Kossi Komla-Ebri, italo-toghese autore di “Imbarazzismi”, il 19, e Marie Reine Toé, del Burkina Faso, il 20, a Roma. Sempre a Roma, in collaborazione con l’Institut Française Saint Louis, una retrospettiva su Sotigui Kouyatè, considerato uno dei più grandi attori africani, scomparso nel 2007.
Il concerto di Doudou Ndiaye Rose con gli African Griot, si terrà all’Auditorium Verdi di Milano il 19, mentre a Roma si potranno vedere Zamua, che mescola in musica le proprie origini sarde e burundesi, e Gabin Dabirè, del Burkina Faso. Spazio anche alla moda , con due sfilate di stiliste africane a Reggio Emilia e Parma, e molte conferenze, da “Uscire dal blog”, col collettivo Alza La Mano Adesso, scrittori di varie origini residenti in Italia, “L’arte come mezzo di cambiamento sociale”, con Odile Sankara, Gabin Dabirè e Fiorella Mannoia. Convegno conclusivo a Roma il 25 ottobre, con “Idee e pratiche per ridisegnare il ruolo dei migranti in un’ottica di integrazione e co-sviluppo”: In Italia ci sono 270mila imprese gestite da stranieri, 25mila solo nella provincia di Roma, dove tengono in piedi un terzo dell’artigianato presente, spiega Claudio Capezzoli del Cna World.
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