Ho ascoltato e letto con attenzione le dichiarazioni dell’avv. Luca Bruno, nominato Commissario liquidatore dalla Regione Abruzzo con impegno a riferire entro il 30 settembre 2013 all’Assemblea dei soci dell’Accademia dell’Immagine (Regione, Provincia, Comune e Istituto Cinematografico dell’Aquila) la situazione economico-finanziaria e patrimoniale dell’Accademia medesima. L’avv. Bruno, in risposta ad una lettera aperta della senatrice Stefania Pezzopane, afferma correttamente che “il mio è un ruolo tecnico e non politico. La dichiarazione di morte dell’Accademia dell’Immagine era già stata firmata e per fare qualcosa di diverso, volto al salvataggio dell’istituzione culturale, c’è bisogno della politica e non dei liquidatori”. E ancora “Se va salvata l’Accademia deve essere l’Assemblea dei soci a comunicarmelo e questo ancora non è avvenuto”.
Per quanto riguarda l’Istituto Cinematografico del quale sono presidente, l’obiettivo dell’incarico conferito all’avv. Bruno è quello prima di tutto di fare il quadro chiaro e dettagliato della situazione debitoria e patrimoniale, operazione che – immagino – egli sta facendo con grande scrupolo professionale, una ricognizione che farà anche giustizia del mare di chiacchiere fatte negli ultimi due anni, quando sarebbe stato più serio affrontare la situazione dell’Accademia alla luce del valore economico della sede e della certezza del finanziamento per ricostruirla, così consentendo alla prestigiosa scuola aquilana di continuare la sua attività formativa e culturale che tanto lustro ha portato alla città e all’Abruzzo, come gli riconoscono il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il mondo del cinema, in Italia e all’estero.
Certamente dovrebbe essere un impegno della politica, in primis delle istituzioni che l’Accademia l’hanno fondata, dandogli una prospettiva di futuro, come più volte è stato dichiarato nel corso di questi ultimi due anni, anche dopo la firma della Convenzione, nel maggio 2011, con la Scuola Nazionale di Cinema per l’apertura di un corso di studi a L’Aquila che, se è sicuramente importante, non è di certo paragonabile alla missione formativa e culturale (scuola, editoria di pregio, cinema Massimo, e produzione cinematografica) dell’Accademia.
Questa è l’aspirazione dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila, che dell’Accademia è padre con il suo fondatore Gabriele Lucci, ideatore del progetto culturale originario della prestigiosa scuola d’alta formazione aquilana. E salvare il consistente patrimonio formativo e culturale, l’originale progetto dell’Accademia, è l’obiettivo prioritario dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila, unitamente alla rinascita dell’intero sistema della settima arte. Una richiesta che emerge anche dalla città e dal mondo culturale italiano, che non riesce a comprendere come una prestigiosa realtà, qual è l’Accademia dell’Immagine, possa essere abbandonata.
Ritengo, pur nelle limitate possibilità operative dell’Istituto che invece risiedono in pieno nei poteri dei soci istituzionali dell’Accademia (Regione, Provincia e Comune), che la nascita di una “nuova” Accademia dell’Immagine, salvando per intero il progetto originario, sia doverosa e possibile. Mi auguro, pertanto, che quanto prima l’Assemblea dei soci dell’Accademia dell’Immagine possa prendere visione della scrupolosa ricognizione amministrativa e patrimoniale che l’avv. Bruno presenterà, perché si possa dare continuità e prospettiva, correggendo eventuali limiti ed errori, ad una delle più feconde ed originali esperienze d’alta formazione in Italia e nel mondo.
Carlo Di Stanislao
Presidente dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila
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